‘Potreste pensare che questa non sia una storia vera, perché una parte di essa contiene cose a cui è difficile credere. Voglio scriverla tutta prima che il tempo mi porti a inzepparla di dettagli interessanti… come se questa storia ne avesse bisogno.‘
– Joe R. Lansdale, Io sono Dot
Il ritmo della mente.
Le parole dell’immenso Lansdale sono perfette per il 1053. Un capitolo le cui pagine classiche resisteranno all’usura del tempo. I mangaka sono artisti, ma ricordiamo che fanno parte di un mercato, soggetti ai suoi implacabili meccanismi.
Bene, perché: al nostro amichevole sensei di quartiere non gliene può fregare un beneamato.
Oda l’ha fatto di nuovo.
Scrive One Piece come un romanzo, Wano viene realizzata con la struttura delle Novelle, tecnicamente usa una cornice come exemplum, ossia, il mirare sia al docere (insegnare) che al delectare (dilettare); per poi stilizzare il concetto della parola Auctoritas: nell’antica Roma il livello generale di prestigio che un individuo aveva nella società e, di conseguenza, alla sua influenza e capacità di raccogliere sostegno attorno alla sua volontà.
Non so voi, a me viene in mente il potere più temibile di cui parlava Mihawk, a Marineford.
Che tecnicismi. Che abilitade. Ma quale introspezione psicologica!
Da autore amo introdurvi alle forme della scrittura. Certamente, si. Ma… La verità è bella: perché semplice, gente. E cioè che qui parliamo di un criminale.
Un certo giapponese con la sindrome di Peter Pan che, probabilmente in questo istante, ancheggia come un pazzo sulle note di Oops!… I Did It Again di Britney Spears.
Come si fa a non amare Eiichirō Oda?
Hitchcock
Tenere animos suspensos
Questa frase è l’etimologia (osservata fin da Quintiliano, un retore latino del I secolo d.C) del termine suspence.
L’alterazione della Fabula nell’immaginazione del lettore.
Potremmo passarci ore:
- la differenza fra suspence diretta e condivisa
- il concetto dei quindici minuti del maestro indiscusso Alfred Hitchcock
- disparità tra sorpresa e mistero: intesi come strumenti narrativi
Ok. Qui non parliamo de La finestra sul cortile, Psycho non c’entra niente. Cito colui che ha definito i dogmi di un genere, perché gli ultimi capitoli (questo in particolare) sono stati scritti con impronta hitchcockiana.
Con tanto di arma ancestrale Pluton traslato in effetto MacGuffin.
Calma, boni, state boni… (da immaginare con intonazione Costanziana). Sappiamo tutti che il MacGuffin è un espediente narrativo, siamo perfettamente a conoscenza del fatto che: sia praticamente superfluo per la trama, serve solo da perno sequenziale per lo sviluppo delle vicende. Le armi ancestrali possono essere definite in tanti modi: ma di certo non ininfluenti per One Piece. Ma lo sono per i Mugi, lo sono per il popolo di Wano e, in certa misura, anche per noi lettori, visto che ci spingono verso le teorie più belle, fantasiose e romantiche: dalla bellezza di quasi 25 anni.
Tranne che per il Mastro di chiavi e Guardia di porta (Who you gonna call? Nico Rob… scusate, chiedo scusa, sono un fanatico di Ghostbusters). Facezie a parte, effettivamente la presenza, la ragione, di Pluton a Wano è segno di interesse solo per Robin e Sukiyaki.
Per chiudere il volume 104 (e il 3° atto Kabuki) manca un capitolo, il 1053 è atto prettamente a creare: stupore, incredulità, tensione. Sta tessendo la perfetta ragnatela di vicende ed eventi per ulteriori rivelazioni sconvolgenti.
Il paragone con Hitchcock era necessario a livello di tecnica. Parliamo pur sempre del maestro di trame sature e densissime, drammaturgicamente nevrotico, l’apogeo del climax ansiogeno, che isolò in cono d’ombra il mito maudit. Persone che non si piegano né a regole né tempistiche, Oda sensei stesso… insinua una riflessione non peregrina sull’eccezionalità dell’individuo creativo. Costantemente.
Se Oda sensei è struttura, One Piece è Matrix, quindi, il messaggio del capitolo 1053? Citando uno dei più grandi bastardi mai esistiti:
‘Allacciati la cintura, Alice, che da adesso di meraviglie ne vedrai un bel po‘
– Cypher
Credo di avere la vostra attenzione, vediamo insieme il capitolo, gente
‘Il mondo non deve saperlo!’
– Cinque Anziani
Alex il Drugo l’avrebbe definito puro piacere impiacentito. Adesso non è più tempo di tremare.
Madame Giustizia bussa alle porte.
Il Cinque Anziani perde controllo e autonomia, non riesce a fermare neanche la tiratura delle copie di un giornale. Fa ridere di cuore vedere quanto Oda sensei si diverta con Morgans, quanto ne sia l’alter ego. Morgans è un portatore sano di Caos. È un disegno distopico… che stranamente porta equilibrio, un Arlecchino anarchico. Metà azzeccagarbugli, metà Che Guevara.
Ma ci riporta concetti semplici, incisivi. La D nel titolo. La foto riportata in Gear 5.
Sono la prima crepa in 100 anni nel Vaso di Pandora.
Questo capitolo mi ha colpito forte al cuore in due momenti:
- la vera natura di un eroe
- la storia di due innamorati che sopravvive alle ondate del tempo (ci arriveremo)
In quali circostante un gesto è veramente nobile? Quando non ne rivendichi la paternità. Alla popolazione serve un simbolo. Essere un pirata non potrebbe unificare tutti i pensieri, le coscienze, e diciamocelo nella più pura astrazione shonen: a Luffy non frega una ceppa.
Un simbolo è diverso. Può unificare tutti i cuori, le specie, le condizioni sociali, sotto la stessa bandiera. Da qui deriva la paura folle del GM. Il popolino sciocco sta prendendo coscienza, potrebbe riunirsi sotto un’unica bandiera.
Se la volontà inaudita di Luffy la troviamo in un bastian contrario
‘Loro masticano sentenze da far sputare al prossimo affinchè pensi di esserne l’artefice così s’impegni al massimo a diffonderle, a farne una bandiera in cui avvolgere il cadavere del libero pensiero.’
– Frankie hi-nrg mc
Invece, la potenza del simbolo viene trasmessa da uno dei più grandi mostri sacri italiani
‘Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è una festa. Mio padre, prima dell’arrivo del nazismo, aveva capito che buttava male; perché, spiegava, quando un popolo non sa più ridere diventa pericoloso.’
– Dario Fo
Nika, Joy Boy: i sorrisi. Perché è importante ridere? Posso ipotizzare in ambito One Piece, ma, una cosa la so, e con certezza. Saviano che invita i The Jackal a fare ironia sulle mafie, IT di Stephen King. Gli ultimi 150 anni di letteratura. Ridere ha una funzione distensiva e liberatoria ovunque. Delegittima la paura della sua carica oppressiva, la priva del suo potere, è l’equivalente per un popolo, una persona vessata, un adolescente bullizzato nel dire: ok, hai finito? Adesso tocca a me.
Ovviamente, in una società civile mi riferisco ad una presa di coscienza, mai ad atti di eguale aggressività. Mai.
Luffy difese la bandiera di Chopper, la bandiera di un pirata sconosciuto. Credo fermamente che, qualora avesse coscienza, il Nika Nika abbia pensato: ‘questo figlio di ******* non ha paura di niente‘.
Il potere delle persone non risiede nell’aggressività, ma nella coscienza. Quella fotografia: ha cambiato il mondo che conosciamo da 25 anni.
Andiamo avanti, essendoci un mese di pausa, vi darò un’analisi particolarmente ricca.
Dal 1052 non viene utilizzata la parola Yonko, bensì Kotei, persone più in gamba di me con il giapponese hanno sottolineato la differenza fra i termini, ma tutti si concorda su un punto: sta iniziando una nuova era della pirateria.
Il passaggio (squisitamente shonen) tra old gen e worst gen, è avvenuto. Requisiti tecnici per essere imperatori:
- territori, ampi possedimenti
- una lunga schiera di seguaci
- il riconoscimento del GM di tale potere politico da essere uno stato a sé, al di fuori del patto stesso dei regni
L’unico che corrisponde è Luffy, non solo la sua armata (ricordate Dressrosa e il patto di annessione delle ciurme del Colosseo) chissà che combina (Bartolomeo è andato a bruciare la bandiera di Shanks, basti questo), ma… a Luffy basta schioccare le dita. Da Alabasta fino Wano si leva un esercito impressionante. Non costituito da gente costretta, come per tutti gli imperatori. Ma da spiriti liberi che vogliono combattere. La differenza è abissale. Cosa ne deduciamo? Che l’ottica è cambiata. Per essere imperatore, ora, devi essere una minaccia aperta e concreta per il GM.
Senza contare Sabo. Il rivoluzionario non è in quel manifesto per caso, ma un promemoria dell’autore. Si vedrà Sabo (nella mia mente i Rage Against the Machine urlano Waaake up!) come peso della bilancia del Reverie. Possiamo esserne certi.
La festa prosegue. Sono scene che fanno bene al cuore.
Jinbe, immobile e stoico, sembra in posa per la pubblicità della minerale Yakuza
‘La classe non è acqua‘
– Jinbe
Ok, ok… mille scuse. Ogni tanto non resisto. Dicevo.
Se da una parte l’ex capitano dei pirati del Sole si comporta in maniera consona alla sua età, dall’altra abbiamo la capitale che finalmente… si scatena.
Con i Mugi in pole position a cantare ‘Fatece largo che passamo noi‘. Cibi che volano, Luffy che bercia ‘ma che ce frega ma che ce ‘mporta…’, Yamato in carbocoma, un Chopper vittima di iperglicemia che spende tutta la sua folle taglia di 100 berry in zucchero filato.
Denjiro che sorride.
Brook alla sei corde, introduce Hiyori che può suonare moon princess senza avere il cuore in pezzi. Con gioia. Senza vedere più quelle note attraverso il prisma insanguinato della sua perdita lacerante. Yakuza e Mink che brindano, supernova che cazzeggiano e si abbracciano. Bimbi che urlano. Fuochi d’artificio come astri cadenti.
Due innamorati che rinnovano i loro voti sotto un nubifragio di stelle.
Kin’emon, Otsuru. Vecchi cuori.
Oda sensei starà disegnando frettolosamente, rushando gli eventi in alcuni punti. Ma è un ragazzo con il cuore al posto giusto.
Le maschere apotropaiche
Sukiyaki.
Si possono postulare teorie su fatti canonici, ma non è errato sviluppare interpretazioni. Perché un despota spietato come Orochi, con potere assoluto e organizzazione capillare, non ha terminato il compito? Ricordate le parole del fabbro, in lacrime? Quelle rivolte a Yasuie, con O-toko vicina. ‘Far vivere felice chi ami: per un guerriero questo è l’onore più grande’.
Bushido. Era pratica comune per i guerrieri condannare per sempre chi disprezzavano, invece il seppuku era la forma più onorevole di trapasso.
‘Hana wa sakuragi, hito wa bushi‘ Tra i fiori il ciliegio, fra gli uomini il guerriero.
Non esisteva destino peggiore per un samurai: che sopravvivere senza il perdono nel cuore, convivere per tutta la vita con le proprie colpe. Penso che Orochi l’abbia condannato al tormento. Se Oda sensei dovesse smentirmi ne sarei lieto, è solo la mia supposizione. Sicuramente il suo destino è legato alla trasmissione di nozioni al nipote. Su Pluton vorrei attendere un briciolo di dettagli, andrei veramente di illazioni, magari giuste magari no.
Invece, vorrei solleticare il vostro spirito di osservazione. Le maschere.
Come quelle teatrali, che non rappresentano mere emozioni, bensì il dualismo della natura umana. Come insegna Carl Gustav Jung. Signore assoluto dello studio tra inconscio collettivo e sé personale. Le maschere hanno il chiaro simbolismo di celare l’identità, anzi, celare le vere emozioni. Le intenzioni.
In articoli precedenti ho reso onore alla tristezza (e la rabbia) di una immensa Hiyori, facciamo una digressione… e cambiamo regime. Perché le maschere nascondono l’anima. Per Hiyori il significato è accomunabile alla tradizione apotropaica, ossia allontanare e tenere a distanza spiriti infausti (ad otto teste, magari), lei difatti cela la sua anima a pezzi.
Ma, Wano è il tripudio dei sentimenti nascosti. Riassumiamo:
- Hiyori ha una maschera da Kitsune, spiriti positivi nel folclore giapponese, guardiani benevoli, alcune, altre famose per trasformarsi in bellissime donne che sposavano, ingannavano, uccidevano esseri umani. Esattamente come la principessa ingannava nobili spregevoli, e mascherava le emozioni meditando vendetta
- Yamato ha una Hannya, tipico spirito del teatro Noh, nel suo caso rappresenta ossessione (la giustizia infranta), e l’essere guidati da intensi bisogni emotivi in modo animalesco (il diritto di libertà)
- Kiku, doppia natura, sempre una Hannya, ma: nel suo caso la maschera è demoniaca, pericolosa, ma anche dolorosa e tormentata, mostrando la complessità delle emozioni umane. Quando l’attore guarda dritto davanti a sé, la maschera appare spaventosa e arrabbiata; quando è leggermente inclinato verso il basso, il viso del demone sembra addolorato, come se piangesse
- Cp-0, bimbi sperduti del governo. Maschere tribali. Il biologo Jeremy Griffith ha suggerito che le maschere rituali, in quanto rappresentazioni del volto umano, sono estremamente rivelatrici dei due aspetti fondamentali della condizione psicologica umana: in primo luogo, la rimozione di un sé o un’anima cooperativa e istintiva; e in secondo luogo, lo stato estremamente arrabbiato dell’intelletto egocentrico che pensa coscientemente condannato ingiustamente. Cosa disse il Cp-0 a Drake, sul libero arbitrio? Ti invidio
- Hitestu, maschera da Tengu, rappresenta una linea grigia di moralità. I tengu avevano valenze diverse, sicuramente per Sukiyaki si configura nel rimorso, non avendo colpa diretta, una cosa è certa, il personaggio è Sōjōbō della mitologia giapponese: Re dei tengu, lunga chioma di capelli bianchi, un ventaglio a 7 punte. Un ventaglio? Mai visto, però (stranamente) sopra lo tsuba della katana del tengu ci sono delle foglie identiche a quelle dei disegni tradizionali, e… sembrerebbero 7, ma guarda te i casi della vita!
Dove voglio arrivare? Semplicemente al fatto che il caracter design di Wano: è stato eccezionale.
Il cuore e il Pendolo
Rimane Ryokugyu, che sembra un bastardo di quelli duri. Non fosse che Oda lo dipinge prima come insofferente e refrattario all’autorità, per poi mostrarlo come Mr vi faccio tutti fuori. Addirittura felice di farsi lodare da Akainu. La verità è nel mezzo. Il mangaka sta usando l’Aringa Rossa (recuperate l’analisi precedente, gente) come tecnica narrativa: ci depista.
‘Doppio suicidio/fiume/morte’
Per ora? Vince l’incertezza. Toro verde si presenta come il casus belli, in realtà il suo stesso passo fa rifiorire la flora e la vita al suo passaggio. Non ha speranza di vincere da solo. Ma bisogna vedere cosa ha in mente.
Detto questo. Vi ho scritto una analisi più ricca in previsione della pausa di One Piece. Intanto ci saranno altri approfondimenti, altri articoli, rimanete sintonizzati sulla pagina.
Per chiudere l’analisi vi lascio (nella mia ossessione del cerchio perfetto) con le parole dell’unico scrittore capace di rivaleggiare con Stephen King e Clive Barker.
Per ricordarvi che… si apre l’arco finale dopo 25 anni, e altri anni ci vorranno per concludere. Quindi: godiamoci il viaggio, ogni istante
‘me ne resto lì sdraiato ad ascoltare il battito del mio cuore, contando i secondi che scompaiono dalla mia vita, anticipandone altri di là a venire...’
– Joe R. Lansdale
Cenere, la Ciurmaglia di One piece