Charlotte Smoothie, la donna succo

da Jack
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charlotte smoothie

Salve a tutti! Bentornati su One Piece Mania con il secondo appuntamento della rubrica che potremmo intitolare “L’angolo delle citazioni”.

Prima di iniziare vorrei sottolineare una cosa, ossia che per me questa rubrica diventa una possibilità di andare ben oltre il semplice riferimento o presunto tale e visto che la cosa mi diverte, ecco perché finisco per dilungarmi.

Continuando con i nostri approfondimenti sui Dolci Comandanti, oggi tratteremo di un personaggio che, nell’arco della saga di Whale Cake Island, è stato spesso sotto l’occhio dei riflettori finendo per essere ripetutamente esposto alle critiche dei lettori per la sua “nullafacenza”, o presunta tale: stiamo parlando di nessun altro se non di Charlotte Smoothie.

Charlotte Smoothie, quattordicesima figlia femmina della famiglia Charlotte e ministro del succo, è una piratessa sulla cui testa pende una taglia da 932 milioni di Belly, cosa che fa di lei, dopo Jack “Siccità” e suo fratello Charlotte Katakuri, il pirata con la taglia più alta considerando le taglie a noi note.

Charlotte Smoothie e il folklore giapponese

Come oramai ben sappiamo, Smoothie non è un semplice essere umano, bensì un ibrido Umano-Gambelunghe per quanto, da un punto di vista prettamente estetico, non ci sia alcuna differenza con un gambelunghe puro come Tamago o Blue Gilly, ragionando sulle caratteristiche che rendono questa razza tale.

Infatti quello dei mezzi Uomini-Pesce è l’unico caso (attualmente conosciuto) di ibridi per metà umani distinguibili da individui puri dell’altra specie, avendo gli Uomini-Pesce caratteristiche proprie molto più pronunciate di un Gambelunghe ad esempio che, al di là della maggior lunghezza delle gambe, è pressocchè simile ad un semplice umano.

Soffermandoci sul popolo dei Gambelunghe possiamo dire che essa è ispirata agli Ashinaga-jin che, assieme ai Tenaga-Jin (a cui invece sono ispirati i Braccialunghe), formano la coppia Ashinaga-Tenaga: stiamo parlando in entrambi i casi yokai, ossia un gruppo di creature molto popolari del folkrore giapponese che comprende creature sovrannaturali, spiriti, demoni etc.

Gli Ashinaga e i Tenaga, secondo la tradizione, collaborano tra di loro utilizzando e mettendo a reciproco servizio le capacità legate alle loro peculiarità anatomiche: gli Ashinaga utlizzano le loro gambe lunghe per poter raggiungere luoghi idonei alla pesca con un fondale più profondo, i Tenaga sulle loro spalle utilizzano invece le loro lunghe braccia per afferrare e tirar fuori i pesci dall’acqua.

Secondo la “Wakan Sansai Zue” del 1712, nome di una Leishu* giapponese illustrata, i Tenaga sono conosciuti anche come “Chohi” e le loro braccia possono raggiungere una lunghezza di 3 Jo (unità di misura giapponese derivante dallo Shaku, ossia l’unità di misura principale per la misura della lunghezza equivalente 0,3030 m; pertanto, considerando la relazione 1 Jo=10 Shaku, avremo che 3 Jo equivalgono a 9,090 m.)

Di Tenaga-Jin si sente per la prima volta parlare in Cina, dove la leggenda del binomio Ashinaga-Tenaga si diffuse nel Shan Hai Jing o “Libro dei monti e dei mari”, contenente descrizioni di carattere geografico della Cina, con attenzione a località specifiche, alla fauna, a particolari di carattere medico e persino mitologico/favolistico.

Abbiamo così un riferimento geografico preciso che vede i “gambelunghe”, qui chiamati in cinese Chángbìmín 長臂民 (lunghi gomiti), collocati nelle zone costiere della Cina del Nord.

La leggenda poi dalla Cina raggiunse il Giappone diffondendosi presso le corti imperiali, così come testimonia un dipinto ottocentesco attualmente conservato nella Biblioteca della Dieta Giapponese, ma  originario del palazzo del sovrano di Kyoto, dove era collocato sulla porta della seiryoden, stanza posta ad ovest del palazzo imperiale e rivolta verso Est, originariamente usata dall’imperatore per svolgere i propri affari, e successivamente sfruttata per riunioni e meeting.

Da sottolineare inoltre il fatto che in Giappone con Ashinaga-Tenaga ci si riferisca ad un gigante del folklore giapponese, residente, secondo gli abitanti delle prefetture di Akita e Yamagata, sul Monte Chokai, dal quale poi sarebbe sceso a valle commettendo barbarie nei villaggi e attaccando le navi ormeggiate.

Nella prefettura di Fukushima, un altro Tenaga-Ashinaga vive sul Monte Ba, mentre nella Prefettura di Nagano esso viene venerato come il servitore della principale divinità a cui è dedicato tempio shinto di Suwa Taisha.

  • Per Leishu ci si riferisce ad un genere di libri realizzati in Cina e nelle regioni della Sinosfera, ossia delle regione Est dell’Asia influenzate dalla cultura cinese, contenenti informazioni di varia natura, con spesso estratti di altri lavori e talvolta persino copie di lavori interi. Si tratta di un vero e proprio sistema antologico con un’accezione enciclopedica, nella misura in cui si ripropone di racchiudere tutta la conoscenza in una serie di lavori classificati in categorie e addirittura sottocategorie.

Smoothie, il guerriero “orientale”

Da un punto di vista di mero design, l’armatura della Dolce Comandante impreziosita di pietre differenti e con le sue  decorazioni caratteristiche , risulta particolare per quel suo stile un po’ “orientaleggiante”; d’altro canto saltano all’occhio la lunga sciarpa e il copricapo che, seppur vagamente, ricordano elementi caratteristici del vestiario della cultura araba e medio orientale.

Non so se ve ne siate accorti, ma Smoothie ha sulla sua gamba destra un tatuaggio raffigurante un fiore (come del resto Charlotte Citron in apparenza, per quanto il fiore sia diverso) e delle foglie stilizzate ben evidenti, essendo, secondo quanto detto dallo stesso Oda, abitudine dei Gambelunghe mettere in mostra le lunghe gambe di cui vanno fieri e i tatuaggi che le adornano.

Ora, rimanendo nell’ambito della cultura medio-orientale, è interessante il fatto che proprio l’immagine del fiore sia uno degli elementi ricorrenti dell’arabesco, uno stile ornamentale usato dalla cultura islamica come mezzo di espressione per decorare interni ed esterni, soprattutto delle moschee.

In primis fu il gusto rinascimentale ad associare queste forme  alla sua visione del mondo Islamico osservando probabilmente i tessuti della Persia e della Turchia e le ceramiche ottomane.

Esso utilizza motivi stilizzati, steli intrecciati o collegati, spesso ornato da segni o frutti, ed elementi geometrici, come quelli presenti sull’armatura di Smoothie, intrecciati in modo simmetrico con continue variazioni dell’orientazione reciproca dei singoli elementi per poter trasmettere all’osservatore un senso di pace, serenità e bellezza.

Questo tipo di rappresentazione è conosciuta in spagnolo come “ataurique”, che significa l’usare come unità-base la foglia o il fiore, privata della sua forma naturale per non dare un senso di debolezza e di morte, trasformandola in forme che suggeriscano la sensazione di esistenza e di immortalità.

Difficile però spiegare perché l’arte islamica abbia creato l’arabesco; le origini potrebbero ricercarsi facilmente in alcune forme decorative dell’antichità classica, in particolare nelle foglie d’acanto disposte ritmicamente che compaiono a volte su elementi architettonici quali capitelli o trabeazioni.

E infatti l’acanto è la pianta più utilizzata in forma stilizzata, con enfasi particolare sulle foglie e le viti, quando invece le forme primordiali erano, da un punto di vista botanico, inesistenti.

Tuttavia è anche possibile che esso derivi dai più diffusi motivi che decorano i bordi di oggetti, in tutta l’Europa e l’Asia. Il mondo islamico avrebbe quindi trasformato un motivo derivato dalle arti applicate in uno dei più importanti temi della creatività artistica: la causa di questo fenomeno potrebbe essere individuata nel rifiuto dell’iconografia islamico. Quando si cominciò, soprattutto dopo il sec. 12°, a rappresentare gli esseri viventi con maggiore frequenza, l’arabesco assieme alla geometria, era ormai divenuto una norma consueta nella creazione estetica al punto che i nuovi motivi ne furono a loro volta condizionati e talora sopraffatti.

E sempre rimanendo nell’ambito della cultura islamica, è possibile trovare traccia di quella che è un’altra delle caratteristiche del nostro ministro del succo: i capelli bianchi/argentei.

Essi infatti vengono considerati come un dono di Allah e si racconta che il Profeta disse: «Non strappatevi i capelli bianchi, poiché per ogni musulmano che arrivi ad avere i capelli bianchi, essi saranno per lui una luce nel Giorno del Giudizio!»

Questo è il motivo per cui è proibito sia tagliargli che strapparli: ogni capello bianco/grigio è una luce conferita al credente da Allah, in grado di lavare via l’orma delle sue cattive azioni.

Da questi e da altri ahadîth (termine che si usa per descrivere le parole e le azioni del Profeta Muhammad), i Sapienti dell’Islam hanno dedotto che, quando una gran parte dei capelli sono diventati bianchi, è raccomandato tingerli, ma non è permesso strapparli. Quando se ne hanno pochi bianchi, non è nemmeno raccomandato tingerli, soprattutto nel caso degli uomini.
La donna può tingersi i capelli di rosso, di biondo… in effetti, questo è un affare privato, perché in ogni modo li mostrerà solo a suo marito e ai suoi parenti stretti.

Charlotte, la donna succo

Smoothie è un termine inglese che si usa per descrivere i succhi ottenuti a partire da vegetali o frutta fresca.

Smoothie non a caso ha ingerito un frutto del Diavolo della categoria Paramisha, grazie al quale è in grado di spremere il corpo di un essere vivente (compreso il suo) o di un qualcosa di organico, come le rocce vulcaniche del vulcano Mauri, senza infliggervi danni, creando, indipendentemente dalla sua origine, un succo squisito da cui Smoothie o chiunque altro potrà abbeverarsi, oppure estraendovi liquidi estranei, ad esempio veleni nel caso di esseri viventi.

Un essere vivente soggetto ai suoi poteri, che proverà un senso piacere piuttosto che dolore, verrà lentamente prosciugato delle sue forza a tal punto che, disidratato completamente, non sarà più in grado di muoversi. Smoothie inoltre sembrerebbe poter assorbire liquidi aumentando le dimensioni del suo corpo, dei suoi abiti e delle sue armi, e incrementando le sue capacità (presumibilmente) in modo proporzionale alla quantità di liquidi assorbiti e che potrebbe poi rilasciare, in quantità variabili a sua discrezione, dalla lama della sua spada creando un fendente di succo compresso in grado di estendersi fino a lunghe distanze, come sembrerebbe suggerire la presenza di liquido su di essa nel capitolo 894.

Questo potrebbe essere l’ennesimo riferimento ad Alice nel Paese delle Meraviglie (come se non ce ne fossero già abbastanza nella saga): più nello specifico potrebbe rimandare all’aumento di dimensioni di Alice dovute all’ingerimento di alcuni biscotti che nel racconto di Carrol, la portano a diventare talmente grande da toccare il soffitto della stanza in cui si trova.

Durante l’inseguimento del Bianconiglio, Alice si trova davanti ad una porta troppo piccola per poter essere attraversata da lei… “0h” esclama la serratura, la stessa serratura che sottolineando che nulla sia impossibile, invita la giovane a bere dalla bottiglietta appena apparsa sul tavolo e con su scritto “Bevimi”, consiglio che Alice segue finendo per diventare talmente piccola da poter sì passare attraverso la porta, senza però  poter più prendere la chiave della serratura lasciata sul tavolo. Ed è allora che la serratura le indica la scatola di biscotti, biscotti il cui ingerimento poi porta a effetti già esposti in precedenza.

Nel capitolo 860, dinanzi ai vari membri del sottobosco criminale, Smoothie propone a loro una serie di succhi che avrebbe potuto, a seconda delle loro richieste, realizzare al momento.

Vengono pertanto citati “lava del vulcano Mauri”, “la giraffa che piange in modo strano” e “la donna che ha pugnalato cento uomini”.

Ora, il vulcano Mauri potrebbe rimandare all’isola di Maury negli Stati Uniti, unita alla vicina Isola di Vashon dalla quale originariamente era separata, perché nelle vicinanze è presente il Monte Rainer, uno strato vulcano dormiente situato nello Stato di Washington e che, assieme a molti altri vulcani degli Usa, forma la cosiddetta “Catena delle Cascate”.

Per quanto riguarda la giraffa che piange in modo strano, nelle SBS del Volume 88, grazie alla risposta di Oda di un fan, veniamo a conoscenza dell’esistenza del Kirin” (giraffa in giapponese), un marchio di birra giapponese, oltre che di un drink al gusto di limone.

Siamo giunti cosí al termine di questo appuntamento! Spero vi sia piaciuto! Alla prossima!

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