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One Piece 1143: Caino e Abele docet; Killing Me Softly; il trickster dal cuore tenero

del pirata Stefano 'Cenere' Potì

‘A life united through
whatever came
The wheel of time
has led your soul astray

– Kreator, Fallen brothers

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1143: non c’è rosa senza spine.

Ci stupiamo ancora che i Tenryūbito, per essere evocati, usino pentacoli? Non direi. Oda ci sta ricordando con ogni mezzo che sono veri e propri demoni. In bilico tra caos e amore, il capitolo corrente è puro parossismo shonen. Accentua la dimensione farsesca dei segreti familiari di Elbaph, in un crescendo sbeffeggiante che pone Loki sullo stesso piano di vittima e carnefice.

Una scelta ben ponderata, mes amis.

Il principe afferma di non aver ucciso Harald per piacere o cupidigia: solo questo dettaglio capovolge parte della prospettiva. Poi, pensate per un istante a Romolo e Remo, ai fratelli Karamazov di Dostoevskij e Thor e Loki della Marvel.
Pensate a Caino e Abele.
Dove nasce la colpa nella famiglia reale e, soprattutto, può la vendetta personale essere interpretata come una forma di giustizia sociale?
Oggi abbiamo molto di cui parlare. Andiamo per gradi.

E’ il momento dell’Elzeviro

Quali catene?

La color spread di questo capitolo, decisamente divertente, arriva nel momento giusto. La mini-avventura di Wano corre più veloce di Usain Bolt con il Gear Second; forse è il caso di rallentarla un po’ (immaginate le mie risate mentre lo scrivo).

Anyway, colgo l’occasione per parlare di una polemica che trovo, a mio parere, sterile: quella riguardo alle visualizzazioni di Solo Leveling che superano quelle di One Piece. Una discussione che sinceramente non dovrebbe sfiorare nessun fan di anime/manga. Se non vi interessa, saltate direttamente al primo paragrafo; altrimenti, continuate pure a leggere.

Innanzitutto, è inutile e fuorviante paragonare un anime settimanale con uno stagionale, senza considerare che uno è gestito dalla Toei e l’altro dalla A-1 Pictures. In secondo luogo, il gusto personale non è mai oggetto di discussione: se un prodotto vi emoziona, non c’è motivo di limitarne la fruizione o di sminuirlo. Terzo, e qui arrivo al cuore del discorso, il Webtoon di Solo Leveling resta, a mio avviso, l’opera che cattura meglio la sua bellezza, senza nulla togliere alla versione animata che peraltro risulta eccellente, con una regia, un doppiaggio e una colonna sonora a dir poco emozionanti.

Tuttavia, il punto non è questo.
Come già accaduto con Kimetsu no Yaiba, che superò le vendite delle copie di One Piece, trovo questa situazione esaltante. Ha davvero senso creare una baruffa intorno al nulla cosmico? Non si tratta nemmeno di uno scambio di vedute, che sarebbe più che benvenuto, ma di una critica preconcetta (se chiedeste ad alcuni detrattori, scoprireste che non hanno nemmeno letto Solo Leveling per intero, quindi la credibilità vacilla notevolmente).

Da fan e creator, trovo entusiasmante che nuovi titoli generino hype, attirino fan, alimentino il mercato e diano slancio a un’industria che ci regala nuovi lavori da conoscere, guardare, collezionare e commentare insieme.
Prendersela con il successo di Solo Leveling ha lo stesso senso logico di cercare di tostare il pane con il frigorifero. O meglio: provare a fare il caffè con la lavatrice e poi chiedersi perché sa di ammorbidente.

Leggete quello che volete, sempre. Non esiste una fedina penale emotiva. Il resto è fuffa.

Detto questo, mi chiedo: quali sono le vere catene da rompere? C’è una sincronicità inquietante nella storia di One Piece, una riflessione amara su come le dinamiche di potere e guerra siano diventate, nella Seconda Era, una maledizione che non risparmia nemmeno i fratelli. Loki infatti rappresenta le contraddizioni tra eroe e antieroe: capace di altruismo e crudeltà, di speranza e distruzione, tutto in nome di un ideale che appare incompleto. Disposto a macchiarsi di atrocità pur di spezzare le catene che vincolano i suoi polsi… o quelli del suo popolo?

Signore e signori: capitolo 1143…

Furia domestica

‘Lo scopo della civiltà è trasformare l’uomo, che è un animale predatore, in un animale domestico e civilizzato.’

– Friedrich Nietzsche

Questo capitolo si snoda attraverso tre momenti distinti: la prospettiva dei giganti, il focus sui cavalieri e l’approfondimento su Hajrudin e Loki.

Per cominciare, il discorso sui bambini viene trattato parallelamente alla figura dei Cavalieri di Dio. In questo contesto, i giganti si trovano in una situazione drammatica su tutti i fronti. La narrazione si rivela coerente: possiamo vederla attraverso questa chiave di lettura, i vichinghi sono completamente sopraffatti dall’alcol, oltre che impreparati di fronte agli eventi, e non si tratta affatto di un dettaglio strategico messo in atto dai Draghi Celesti. Poiché non si sono limitati a imbastire una strategia chirurgica, ma hanno orchestrato una serie di mosse in due fasi:

A. Sia dal villaggio dell’ovest che dalla scuola del Tricheco, il primo passo per intervenire implica affrontare gli incubi dei bambini.
B. Quest’ultima possibilità è quella che i cavalieri sperano di concretizzare grazie al potere di Sommers, il quale intende godersi lo spettacolo.

Al momento, gli ex guerrieri non possono far altro che cercare di ragionare (seppur con scarsa lucidità) su quanto stia accadendo. In effetti, sono i membri più sobri dei Mugi a rendersi conto di trovarsi potenzialmente su un immenso rogo e interrogarsi su ciò che succede. Parlo ovviamente di Nami e Jinbe; Brook, nel frattempo, ha ancora il viso incollato al proprio inguine e continua a essere completamente ubriaco, tanto da non riuscire a vedere oltre l’alcool che gli riempie gli occhi (‘ma le pupille non le ho!‘, direbbe da sobrio).
Quindi, il Warland si presenta come una sorta di riflesso del mito, con la sua divisione che ricorda Yggdrasil, ma al posto di condurre a mondi differenti, collega diversi paesi. Su questo punto ci sono vari aspetti da considerare:

  • Si percepisce chiaramente l’impronta lasciata dal disastro di Haugen, quel villaggio di cui si dovette tagliare il ramo. E forse, come suggerisce il murale che ritrae il fulmine colpire Adam, esiste una tradizione più antica che obbliga la popolazione a monitorare costantemente ogni area. L’allarme, infatti, scatta con una rapidità impressionante, e poi subito diffuso.
  • Il lumacofono poi, come specificato è utilizzato esclusivamente a Elbaph; forse per via delle dimensioni colossali dell’isola, o, come accennava Lilith per le particolari condizioni meteorologiche della zona? Non voglio avanzare ipotesi senza basi concrete, dato che non esistono riferimenti chiari nemmeno per quello provvisto di pelliccia usato da Loki.
  • Una cosa è certa: i giganti sono pienamente consci della combustibilità della loro patria. Come vi accennavo, una brigata di pompieri è già in volo verso l’incendio, determinata ma, soprattutto, sobria. La lezione è stata appresa, e non è un dettaglio da poco. Alla luce di questa informazione possiamo formulare un pensiero plausibile: Loki è ben consapevole della presenza dei nemici della sua terra; pertanto, sapeva perfettamente che dar vita a un incendio avrebbe inevitabilmente messo tutti in allerta, senza eccezioni.

Credo che il prossimo capitolo potrebbe rivelarsi determinante, e non mi riferisco solo alla speranza di un potenziale flashback, ma alla regia di Oda. Non conoscendo il suo reale intento, parlando in termini di fronte bellico, la politica di Harald ha indebolito Elbaph? Sapete bene quante volte mi sono posto questa domanda. Be’, forse sarà una gag, magari i fumi dell’alcol, o forse il fatto di aver finalmente preso coscienza di quanto ci si senta minuscoli di fronte a un essere colossale. Eppure tutti i giganti—sia quelli sobri sulla Sval che quelli ubriachi al villaggio—sono increduli e terrorizzati di fronte allo scheletro ciclopico che ferma i pompieri.

Questi non sono i guerrieri di 100 anni fa, sono cittadini civilizzati, ma non basta, al sensei la prospettiva monocorde e prevedibile annoia, poiché sui piatti della bilancia abbiamo una popolazione che non è più versata nell’arte della guerra da un secolo, ok, eppure Kiba e Saul pestano come fabbri che è un piacere. E parliamo di insegnanti. Allorché i più scafati penseranno ‘eh, ma uno è un ex guerriero e l’altro un vice ammiraglio‘, corretto, non fa una piega. Quindi capite dove vado a parare, ossia, ci sono pari possibilità.

Stiamo pur sempre parlando di una saga che esplora la lotta per l’identità culturale. La figura di Harald rappresenta l’ago della bilancia, prevalentemente in questo momento particolare.
Non è ancora chiaro se l’eredità tramandata a Hajrudin e Loki sia da interpretare come una fuga da un ciclo autodistruttivo (che riflette la disgregazione sociale dei giganti), oppure come una lotta per la riconquista delle proprie radici.

Ma, avete letto le parole del principe.
La risposta è vicina.

Il caos dell’inspiegabile

‘Will Stanton: Nel nome di Lowrek, Principe degli Elfi… vattene.

Freddy Krueger: Mi dispiace, ragazzo. Non credo nelle favole.’

– Nightmare 3, I guerrieri del sogno

Marci, crudeli e fieri di esserlo: non c’è definizione più calzante per i Draghi Celesti. Se nei capitoli scorsi Gunko ha incarnato con brutale precisione la loro natura spietata e sadica, Kiringham e Sommers non restano indietro; in un solo capitolo recuperano terreno, riaffermando il loro posto in questa galleria degli orrori.

Nel precedente articolo avevo colto la psicologia e la natura del potere di Shepherd, al punto che basta riportare le stesse parole, senza bisogno di ripetermi:

‘Perché il maestro Wolff è gravemente ferito e intima di non toccare assolutamente i bambini? Qui mi è venuta in mente un’ipotesi che riguarda le rose, quindi Sommers. Appena vestito di tutto punto, cosa abbiamo visto? Una rosa ben visibile sull’uniforme, e il paralama della sua spada intarsiato come uno stelo ricoperto di spine. Potrebbe non significare niente di più che un semplice elemento di design, ma personalmente, ho colto una contraddizione che affonda nella storia dell’arte. La purezza di un sentimento sincero, come il desiderio di salvare dei bambini in pericolo, porta con sé inevitabilmente una vulnerabilità che può ferire chiunque si avvicini senza cautela. Non si dice forse che non esiste rosa senza spine?

E se Kiringham avesse addormentato i bambini creando le loro paure, mentre Sommers li avesse ‘avvolti’ con un potere diverso?

– analisi capitolo 1142

Preciso, non c’è altro da aggiungere. Sommers ripete quasi la stessa frase. Nella sua visione da sociopatico impenitente poi, si annidano pensieri ancora più perversi, che si ramificano in direzioni inquietanti:

anche qui, vi riporto lo stralcio apposito:

‘… Cionondimeno cosa significa la frase di Shepherd: “Gihaha! L’amore è fatto di ferite reciproche“? Mi viene in mente una riflessione simile a quella di John Coffey ne Il miglio verde, quando dice: “le ha uccise con il loro amore“, parlando delle due piccole sorelle che si sono difese a vicenda, rendendosi singolarmente vulnerabili. Sussiste un’affinità ideologica: la bontà e la purezza dell’amore, se manipolati o sfruttati, diventano strumenti di distruzione. La dedizione e la vulnerabilità possono essere piegate da chi è privo di scrupoli, da quelli che amano sfruttare l’innocenza altrui. I Draghi Celesti evocano le paure più profonde dei bambini per mettere in ginocchio chi li ama, costringendo Elbaph all’obbedienza. In questo contesto di miseria morale, il concetto di Sommers calza perfettamente, perché i genitori correranno sempre dai loro figli.

– analisi capitolo 1142

Con la freddezza di un blocco di ghiaccio e un’assoluta mancanza di umanità, il Nobile Mondiale lascia intendere chiaramente quanto si stia divertendo. Come se stesse commentando un reality da gustare tra amici, prefigurando due ipotesi raccapriccianti:
A. più tenterai di salvare qualcuno dalle spine, più queste non cederanno, e sarà il tuo stesso amore a ucciderti.
B. il miserabile auspica di assistere a una scena ancor più crudele: vedere i bambini piangere al risveglio, mentre realizzano di aver causato la fine di coloro che amavano.

Questa, mes amis, è una Aringa Rossa.

Il fiore all’occhiello di ogni narratore che voglia depistare il pubblico. Riflettete. Più accumuliamo acredine, avversione e ripugnanza verso i Draghi Celesti, più finiamo per associare mentalmente Imu alla malvagità più pura, alla colpevolezza assoluta. Che non sia una figura benevola è indubbio—ogni sua azione lo certifica, dalle stragi di God Valley all’annientamento di massa di Lulusia. Tuttavia, il murale inciso su Adam lascia aperto un interrogativo: quale era la vera natura del Regno Antico? Quali furono le motivazioni iniziali dei Primi Venti? Chi diede origine alla schiavitù e perché?
Allo stato attuale, sebbene corrotta dalla malvagità, Imu potrebbe essere stato/a in origine… persino una vittima. Teniamolo a mente.

Ma torniamo a Sommers.

Il degenerato trova l’omicidio… divertente. Questo sottolinea quanto sia marcia tutta la società di Mary Geoise, composta da una nobiltà decadente dotata di un potere senza freni, infatti, parla dell’omicidio quasi come se fosse una dimensione artistica. In questo momento non si parla di fantasia, ma di triste realtà, pensate al Marchese de Sade, a Elizabeth Báthory (da cui Oda potrebbe essersi ispirato per creare Catarina Devon) , o a Gilles de Rais.
Già, la storia è disseminata di nobili che hanno trasformato la loro crudeltà in una sorta di perverso esercizio estetico, giustificandolo con le più disparate ideologie.
I personaggi che vi ho citato hanno in comune un elemento: non si limitavano a essere sadici per mero piacere, ma cercavano in qualche modo di nobilitare la propria depravazione, elevandola a un rituale, un’estetica del dolore, una ‘filosofia’ in cui la malvagità diventava arte.
Lo stesso modus operandi di Sommers.

E fateci caso: Gunko non gli dà minimamente corda. Non replica, non concede neanche un cenno, come se ritenesse quel tipo di interazione una frivolezza di cui può fare a meno. Il risultato? Inumanità ugualmente inquietante, perché il suo distacco è assoluto, impermeabile a ogni emozione.

Nell’ottica di queste riflessioni, ho iniziato a provare la stessa avversione per Kiringham. Ma prima analizziamo il suo potere. La mia precedente ipotesi era questa:

‘Kiringham ha il potere di indurre un sonno ipnotico e generare incubi? Lo vediamo cadere anch’esso in catalessi. Forse Oda gioca sull’idea che certi personaggi, come Ace, abbiano una predisposizione alla narcolessia. Questo lo dico a fini pratici: perché pare non sia necessario che lui dorma per mantenere attivo l’effetto. Infatti il nobile si risveglia e parla, mentre i bambini marciano e le paure si scatenano: ma senza nessuna interruzione degli eventi scatenati. Se le frecce di Gunko danno una direzione, sarebbe altrettanto logico che un potere legato al sonno agisca anche sui sogni, risultando funzionale se consideriamo le capacità (extra) degli zoan mitologici.’

– analisi capitolo 1142

Il potere del cavaliere non si manifesta esclusivamente attraverso gli incubi, opera sui sogni. Inoltre, sembra sfruttare diverse capacità aggiuntive tipiche degli Zoan. Ne parlavo proprio sabato con il buon Antimo (sempre acuto nell’analisi di ogni sfumatura) nel gruppo del Re:

Kiringham permette di ‘sintonizzarsi’ su un soggetto specifico, può indurre il sonno, visualizzare chiaramente ciò che si sta sognando ed ‘estrarlo’. Inoltre, è in grado di risvegliare il soggetto a comando. Se Gunko e Shamrock hanno sorvolato la scuola, forse erano a conoscenza dei disegni, l’idea del ‘gioco’ non era forse del gemello di Shanks? E per poter colpire tutte le paure contemporaneamente? Forse Kiringam ha scelto un momento come questo…

… quando tutti i bambini erano sintonizzati sulle proprie fobie. Ha affermato di poter utilizzare il potere più volte e, infatti, Kiba e Saul assistono a un altro gruppo di bambini che sviene davanti a loro, li stanno dividendo in gruppi. Mancano tuttavia diverse conferme definitive.

Ad ogni modo, il Kirin l’ho trovato particolarmente subdolo: l’indolenza con cui esercita i suoi trucchetti è da brividi. Avete notato come si comporta con Sommers? Gli spegne la coscienza…

… solo dopo avergli fatto un’osservazione a bruciapelo, costringendolo per puro riflesso cognitivo a riflettere con precisione su ciò di cui aveva bisogno. Prendetevi un attimo per riflettere su quanto questa dinamica sia straordinariamente reale. Se un vostro conoscente, all’improvviso, iniziasse a parlarvi di qualcosa—un tablet, un racconto di Lovecraft che sa per certo abbiate letto, o magari della vostra squadra preferita—non pensereste nemmeno alla necessità di concentrarvi; in qualche angolo nascosto della vostra mente, il cervello recupererebbe all’istante l’accesso alle memorie legate all’input ricevuto. Brillante.

Guardate i tre cerchi di propagazione che genera Kiringham: si dirigono verso il viso esattamente mentre Sommers sta focalizzando. Nella vignetta successiva, quando il Kirin inizia a scavare nei suoi pensieri, i cerchi hanno già attraversato la testa del compagno. Immaginate quindi un imbuto mentale che filtra i pensieri attivi, e poi indirizza in una scatola esattamente ciò che state pensando in quel preciso istante. Ecco come funziona il potere del cavaliere.

Aggiungiamo le parole di Crocodile: ‘Le potenzialità di un frutto sono direttamente proporzionali all’intelligenza dell’utilizzatore‘. Vangelo. Questo concetto chiarisce perfettamente quanto sia infido Kiringham.

Resta da valutare un aspetto: la frase sulle calorie è una semplice nota di colore o implica delle limitazioni anche per gli incubi? La descrizione del cibo sembra scivolare nella metafisica. Come può una pietanza saziarti (fornendoti quindi i nutrienti necessari per evitare cali fisiologici e permetterti di combattere) ma allo stesso tempo escludere le calorie? Infatti, abbiamo visto gli incubi essere tangibili e combattere senza mezzi termini. Al momento direi che sia utile tenere a mente questo dettaglio come una caratteristica peculiare. Se poi ripenso alle bambole Kokeshi, o peggio, ai guanti che potevano colpire la luce (e quindi Kizaru) di Atlas a Egghead, appare chiaro che il sensei inserisce alcuni elementi come mera cornice, senza che questi debbano necessariamente avere un impatto diretto sulla trama.

Posto che in One Piece tutto è possibile, il frutto del cavaliere appare comunque fin troppo sbilanciato: necessita davvero di limiti. Quanto è vantaggioso poter addormentare qualcuno e risvegliarlo a comando, mantenendolo così alla propria mercé? E questo senza considerare che, nel caso degli incubi, sembra addirittura che gli stia impartendo ordini ben precisi. Esistono due scenari plausibili per spiegare la faccenda: A) se gli incubi agissero ‘istintivamente’, sarebbero stati inevitabilmente attratti dal bambino che li ha generati, attaccando in massa la scuola del Tricheco, invece imperversano nella foresta; B) i cavalieri sono lì, apparentemente senza preoccupazioni, ma non vengono attaccati. A questo punto Oda ha ampio margine per giocarsi la situazione come meglio crede. Kiringham ha soggiogato un amico che abbassava la guardia e si fidava di lui, ok, e successivamente dei bambini la cui volontà è sempre stata orientata alla pace e alla gentilezza. Sarebbe interessante vedere se lo stesso effetto si potrebbe ottenere su un Coron più bellicoso, e tutta un’altra storia se si trovasse di fronte a un Katakuri selvatico, vale a dire un guerriero inflessibile e maestro dell’Haki. Non parlo di preveggenza, ma della capacità descritta (e successivamente messa in pratica, come con Doc-Q) da Law: una forza di volontà impossibile da infrangere, capace di annullare i poteri di un frutto. Kaido docet.

Per discuterne insieme, questa sera vi aspettiamo come sempre in Fatal, doppiaggio del testo tradotto e adattato dal giapponese, le nostre teorie e tanto (taaanto) umorismo siglato Bike, ci vediamo alle 21.00!

https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true


Speriamo inoltre che York (l’altro clone di Vegapunk) non metta le mani sui painter, perché potrebbe causare danni gravissimi. Almeno sulla carta, la situazione appare delicata. Gunko afferma con disinvoltura che attraverseranno il percorso fino a un certo banco di nuvole, grazie all’utilizzo del minerale in grado di creare arcobaleni. Se la sono studiata di fino.

Successivamente subentra un’affermazione sibillina da parte della nobile.

Vedendo lo sgomento di Sommers per l’apparente facilità dell’incursione, lo rassicura, dicendogli che non sarà così semplice, poiché ha avvistato la nave di uno dei Quattro Imperatori: Cappello di Paglia. Se ricordiamo che Mary Geoise vanta una struttura sociale chiara; Saturn ha immediatamente riconosciuto Nika, Gunko ha ammesso che questa è l’unica cosa che la spaventa davvero. Invece Sharlia, sorella di Charloss, non ha la minima idea di cosa sia il ‘secolo vuoto’. Tuttavia la giovane non descrive Luffy come la sua paura più profonda: lo vede pragmaticamente come un pirata intimidatorio.

Intendiamoci, non escludo che entrambe le interpretazioni possano essere valide, ma la domanda rimane sospesa: i cavalieri sono consapevoli che il Mugi sia Nika? Se davvero Gunko coltiva un terrore ancestrale nei confronti della divinità, dovrebbero rimanere più cauti, accelerando le operazioni con maggiore discrezione, piuttosto che accomodarsi per gustarsi con tanta nonchalance le prelibatezze preparate dallo chef Kirin.

La ciliegina sulla torta di tanta immoralità è senza dubbio il loro schema comportamentale. Mentre il primo gruppo di bambini è in viaggio, gli altri hanno già intrapreso la loro marcia. Nel frattempo, il fuoco ha iniziato a propagarsi, e la ‘staffetta’ iniziale rischia di essere inghiottita dalle fiamme. Ma poco importa: ci sono altri team da guidare, altre pedine da muovere. Qui entra in gioco la seconda parte della questione. Da un lato, il potere di Sommers che implica la gravità di ciò che sta accadendo. Dall’altro, vecchi amici riuniti dopo anni, genitori pronti a difendere i propri figli e una società che fonda la propria esistenza sull’onore. Il risultato? Prepariamoci a scenari emotivamente difficili.

Il verdetto finora è chiaro: Oda non vedeva l’ora di scrivere questa saga, nella precisa volontà di evitare la banalizzazione del thriller psicologico e la semplificazione delle dinamiche morali.
Nel caos dell’inspiegabile, le nostre percezioni sono fragili, ma non indifese: l’assurdo, dopotutto, è un ottimo compagno di viaggio.

Colpevole di innocenza

‘Io non so se il silenzio di Charlie in questa sede sia giusto o sbagliato, non sono giudice né giurato, ma vi dico una cosa: quest’uomo non venderà mai nessuno per comprarsi un futuro!

– Al Pacino, Scent of a woman

Atlante, condannato a sorreggere il cielo, non aveva scelta.

Se Loki è innocente, perché ha ucciso Harald? Se le sue mani sono macchiate dal sangue del padre, perché in certi istanti sembra sopraffatto dal rimorso, abissalmente solo? Forse perché a volte il silenzio non è ammissione di colpa ma un atto di ribellione, come ci insegna Al Pacino nel monologo che gli valse l’Oscar.

La scena riprende, nitida, lucida, spietata. Gerd implora clemenza per i villaggi del secondo livello di Yggdrasil, Hajrudin tenta di placare il fratellastro, Luffy, saldo nella parola data, dichiara che ingaggerà Loki. Ma quest’ultimo, sempre più inumano, monolitico, rincara la dose. Vuole apparire come il malvagio definitivo e sa come farlo: minaccia una strage, affonda la lama nel punto più vulnerabile. Poi crolla.

Una contraddizione in termini.

Se sei innocente, perché non sputare fuori la benedetta verità? Con i Cavalieri di Dio che seminano caos, non sarebbe finalmente l’ora di coalizzarsi con i Pirati Giganti e i Mugi? No. Sembra quasi che sappia di dover portare lui quel fardello, come Frodo abbandona la Compagnia affinché non venga corrotta, sorretto solo dalla disperazione. Breve inciso, osservate Ragnir, il principe non sta colpendo nulla ma continua ad essere ammantato di fulmini. Mi ha fatto pensare a un parafulmine umano. Curioso. Lo terrò a mente.

Tornando a noi, ve lo dico chiaramente: Gerd e Zoro mi hanno emozionato profondamente. La prima è altruismo allo stato puro, si aggrappa a ogni stilla di umanità rimasta in Loki, cercando di farlo vacillare con la verità più crudele: la sua furia travolgerà anche i bambini. Zoro, invece, non si lascia ingannare. Lui lo conosce quel bluff, l’ha vissuto sulla propria pelle. Si è offerto inerme alla lama di Mihawk, ha sorriso in faccia ad Arlong – spaventandolo, proprio come Loki sta facendo ora – mentre le sue ferite si riaprivano, ha resistito in piedi solo con la forza di volontà dopo lo scontro con Kuma, mentre Sanji lo raggiungeva disperato, eppure ha scelto il silenzio. È la stessa disperata ostinazione che ora vede riflessa in Loki. Due guerrieri, due verità diverse, lo stesso metodo.

Road reagisce in due modi distinti. Da un lato, afferma apertamente che qualcuno deve essere andato da Loki per ottenere giustizia visti i suoi crimini passati. Dall’altro, nel balloon lo vediamo pensare ‘È mai possibile…‘, segno che sta ancora riflettendo sulle parole di Gaban, sullo strano Haki percepito e, soprattutto, sul fatto che qualcuno identico a Shanks abbia attaccato le due guardie. Luffy invece mi ha stupito positivamente. Avete notato la profondità del momento? Per la prima volta, si rivolge ad Hajrudin con la solennità di un capitano verso un membro della propria flotta.

Non è un ordine, ma una richiesta espressa con peso e rispetto, tanto che nella vignetta successiva il vichingo appare interdetto.

Aggiorniamo i dati:

  • Elbaph è sotto attacco, questa comitiva non lo sa, quindi qualunque decisione prenderanno avrà esiti inaspettati
  • Loki avrà bisogno di mesi per riprendersi, ma questa è una dichiarazione che andrebbe letta attraverso gli occhi di Oda. Un autore che ha fatto crescere dentature in pochi istanti grazie al potere del latte, che ha visto Zoro rinascere dopo una lunga dormita. Senza dimenticare che una delle ipotesi più audaci su Loki è quella di un potere Zoan, che ci fa pensare a come, in questo caso, il recupero sarebbe rapido. Ricordiamo Lucci dopo lo scontro con Nika – pur non essendo stato preso sul serio – si è rialzato dopo un breve riposo. Per ora è comodo pensare che una potenza simile sia fuori gioco, e potrebbe esserci un dialogo tra fratelli, o addirittura un flashback che ci mostri il lato più umano di Loki.

Arriviamo dunque al nocciolo della questione, l’ago della bilancia è Harald, e oggi finalmente possiamo oltrepassare la linea grigia ed entrare nel cuore del dubbio.

A – Fino a questo momento, sapevamo che Hajrudin non fosse ammesso a corte, ma ora emergono nuove considerazioni. Harald, nel ricordo di questi eventi, appare sinceramente affezionato ai suoi figli e desiderava che unissero le forze per guidare Elbaph verso una nuova era. Se inizialmente avevo interpretato il re come una figura totalitarista, focalizzata esclusivamente sul bene del suo paese, ora emergono nuove sfumature. Potremmo considerare che altri giganti rifiutassero di abbandonare le loro origini guerriere, e che la situazione fosse progressivamente degenerata. Harald, infatti, si è strappato le corna solo in seguito, un gesto che per un gigante estremista, potrebbe essere visto come il rifiuto dell’onore stesso. Il matrimonio con la figlia di Big Mom, unendo l’erede al trono con la famiglia che ha schiacciato l’onore dei guerrieri e versato il loro sangue, rappresenta una scelta che continua a gettare ombre sulla sua visione di Elbaph. E c’è di più.

B – Harald potrebbe essere stato influenzato dalla sua prima compagna, una gigantessa di sangue “sporco”, appartenente a un altro clan. Quali possibili ipotesi possiamo considerare? Riflettiamo sul dramma di Hajrudin: 1. il re era un malvagio, e la sua condotta ha causato i disastri che ora vediamo; 2. Un parente, forse un fratello o un precedente spasimante della prima compagna, ha iniziato a manipolare il re, tessendo trame alle sue spalle e alimentando il malcontento, dopo che la gigantessa è stata messa da parte e ha dovuto subire il disprezzo generale (pensate a come viene trattato Hajrudin, ancora bambino). Un’ipotesi è che la gelosia verso la felicità della coppia, o la vendetta per le angherie subite, possa aver portato a queste manipolazioni; 3. Il matrimonio tra clan diversi potrebbe essere stato il primo passo per abbandonare l’eredità guerriera dei giganti, e gettare un ponte di uguaglianza tra tutte le fazioni (un sogno che Hajrudin vuole realizzare). Ma chi non voleva abbandonare quel retaggio non poteva assolutamente permettere che il re intraprendesse questa strada. Nel flashback, infatti, vediamo che Harald conserva ancora le corna.

C – Quella che vediamo nei ricordi di Loki, è cattiveria gratuita o immaturità? Sono ancora bambini, potrebbe essere la meschinità che nasce dal bisogno di affermarsi, di cercare uno spazio proprio in un mondo che sembra minacciato dalla presenza dell’altro. Infatti il principe non fa che ribadire l’illegittimità del fratellastro. Le gelosie, tra bambini, a volte si manifestano in comportamenti competitivi e sottili, dove l’altro diventa un nemico da sconfiggere, non un compagno di vita. Potrebbe essere invidia, gratuita e impulsiva, quella che riflette i timori di qualsiasi bambino verso i genitori: la paura di non essere abbastanza, di non essere accettati come si vorrebbe. Hajrudin è bistrattato nei ricordi, ma negli anni è stato amato fino a diventare un leader: Loki era maledetto per il popolo, ancora prima di nascere.

Fare i gradassi perché in realtà ci si sente minacciati, uno schema classico.

Le parole meschine che Loki ha rivolto alla madre del fratellastro, e alla sua presunta inadeguatezza al trono, potrebbero essere attribuite a una semplice immaturità emotiva. Ora, più consapevole, potrebbe rimanere in silenzio per proteggere la vita di qualcuno, la memoria di un genitore, o non voler perfino ferire con la verità Hajrudin. Se ci ragioniamo, la cattiveria mostrata nei ricordi renderebbe dell’affetto nascosto un classico paradigma shonen. Ritengo ancora plausibile la mia ipotesi precedente:

‘Potrebbe essere marcio sin dalla nascita, o incarnare lo stereotipo della protezione di chi ci è caro. L’amore e la lealtà possono spingere individui a compiere atti estremi, assumendo colpe o rischi per il bene degli altri. In quanti manga l’abbiamo visto? Pfff. Forse ha preferito subire la gogna pubblica piuttosto che vedere una persona amata – colpevole di tradimento o abilmente raggirata – ripudiata da Elbaph. Non sappiamo cosa accadde, non sappiamo su chi riversò la sua furia una volta preso il mare.

Le parole ‘…se vuoi salvare Elbaph, togli subito quest’ultima catena’, assumono un significato equilibrato in qualsiasi direzione: potrebbe essere l’inizio di un nuovo gioco psicologico del Trickster, o semplicemente il desiderio di difendere la terra natia, ma con l’orgoglio che gli impedisce di rivelare tutto.

– analisi capitolo 1142

Sotto la superficie del sarcasmo e della ferocia, potremmo trovare un altro Loki capace di emozioni più profonde e complesse, tra cui la famiglia, il perdono e la giustizia personale. Una storia di fratelli che, legati non dal sangue ma da un passato controverso, si ritrovano divisi nel dolore per la morte del loro padre. Il principe accusa di cecità il fratellastro, quasi stanco di una storia vecchia e trita, sembra Shanks che abbandona Buggy rifiutando di dirgli la verità, Loki poi pronuncia una frase devastante ‘non riesci a vedere la foresta a causa degli alberi’, per poi aggiungere subito ‘non dirmi che sei come tutti gli altri che credono…

Una bella metafora sulla sua percezione della realtà. In questo caso, non sta solo accusando gli altri di non vedere la “verità” dietro la facciata; sta anche rivelando l’incapacità di Hajrudin nel separare la realtà dei fatti da… quella costruita dal suo stesso dolore. La metafora della foresta e degli alberi è acuta: rappresenta la difficoltà di percepire l’intero quadro quando ci si concentra su dettagli che, pur essendo visibili, oscurano la comprensione completa. Quando dice “non dirmi che sei come tutti gli altri che credono…”, non si rivolge soltanto ad altre persone, ma esprime la propria frustrazione. Quando finalmente rivela di non aver ucciso Harald per divertimento o avidità, il suo silenzio precedente non era paura, ma la fermezza di chi sa che alcune verità non si barattano. È il silenzio di chi capisce che la dignità non si costruisce sulle parole vendute, ma sulle scelte difficili. In fondo, c’è qualcosa che Loki sta cercando di proteggere, mentre combatte contro i propri demoni interiori.

Con le informazioni attuali, posso solo aggiungere una considerazione: no, il punto debole di Elbaph non è il legno. C’è stato qualcuno che ha mosso i fili affinché si creasse un clima di disordine. Non so chi, né per quale motivo, ma una cosa è certa: finora anche io guardavo l’albero e non la foresta. In fondo, c’è un dato che emerge chiaro, ed era sotto gli occhi di tutti fin dall’inizio: il Warland non ha un capo che possa renderlo unito e coeso come era un tempo.

Questa frattura, questa divisione, è il vero punto vulnerabile di Elbaph.

Come sempre, vi linko il video del Re, una ricostruzione storica che permette di esplorare i legami familiari in modo più profondo. Ma attenzione: non parla solo della famiglia che avete già in mente, vecchi cuori. A voi, il compito di scoprire il resto!👉

E se foste interessati ad altre analisi su altri 
manga, vi invito a visitare il mio canale…

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Il gelo e lo zelo

Spero di avervi intrattenuti, spinti a ragionare e riflettere.

Un titano in bilico sull’orlo dell’abisso, intento a raccogliere i frammenti di un destino in frantumi. Il principe si staglia come una delle creazioni più raffinate, imprevedibili e affascinanti in 27 anni di narrazione. Finalmente emerge in tutta la sua complessità, rivelando sfaccettature che sfidano le percezioni precedenti.

Figlio traditore? Guerriero dal cuore annerito? Loki è l’essenza stessa del paradosso. Troppo fiero per inginocchiarsi, troppo umano per accettare il gelo che gli cresce dentro. Le sue catene non sono fisiche.
Bensì il residuo di un lignaggio che lo incatena e lo esilia al tempo stesso.

Non è solo il sangue a definirlo, ma il riflesso distorto di una battaglia che si consuma dentro di lui.
Forse per preservare il ricordo di qualcuno. O non ferire ulteriormente un fratello. Qualunque sia la verità, la memoria è il filo invisibile che ci lega alla nostra identità. Ma quando il passato diventa una spirale senza fine, smette di essere un legame: diventa una prigione.
Viverne il ricordo diventa la condanna peggiore, e Loki è il suo prigioniero più zelante.

Godiamoci il viaggio, genti

Fallen brother
Wir vergessen nicht was war
The blood of our kin
Our blood

– Kreator, Fallen brothers

Cenere

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