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One Piece 1121: le razze da temere; Bonney sublime; la Red Line, una nuova Olimpo

del pirata Stefano 'Cenere' Potì

Ed ora Signore e Signori vi presentiamo i più famosi e spericolati piloti che partecipano alla gara senza regole, il Wacky Races, dove ogni espediente è consentito per conquistare il titolo mondiale del Wacky Races’

– Wacky Races, Intro

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1121: La corsa più pazza del mondo.

Capitoli come questo ripagano ogni attesa, anche perché Egghead – in alcuni punti – è così piena di eventi e prolissa da sembrare quasi un esercizio di stile. Tutto ciò che immaginavamo (il significato dei 100 anni, la Red Line come novello Olimpo) ma che non osavamo chiedere (l’origine pseudo-divina delle specie) da oggi è coinvolto nella narrazione. Era tempo, mancano molti tasselli, ma il soggetto del mosaico inizia a prendere forma.

Può non piacere, ed è del tutto comprensibile. Personalmente però, credo che la verità stia nel mezzo.

Ammettiamolo, probabilmente non c’è un singolo sviluppo della trama che sia totalmente inaspettato o eccezionalmente definitivo. Ma a chi importa? Il 1121 parla direttamente al cuore e alla mente, con un mix magniloquente di brutalità spartana, caos assoluto, regia vigorosa e un finale da urlo mentale.

E’ il momento dell’Elzeviro

Caravaggio

La regia di Egghead è raffinata. Se si presta attenzione, si percepisce un’evoluzione che culmina nell’ultima, splendida, splash page del capitolo. Questo ha diviso il fandom: alcuni apprezzano e si godono ogni capitolo, mentre altri sono indispettiti dalle digressioni esterne all’isola e dal messaggio di Stella, che non introduce novità oggettive per noi lettori.

Ma esiste un motivo preciso per le scelte attuate, vi faccio un compendio delle pedine posizionate accuratamente da Oda.

Il ciclo di Egghead non inizia con il capitolo 1061 (Egghead, l’Isola del futuro), ma risale al capitolo 1058 (Il nuovo Sovrano), con la partenza dei Mugi e la nascita della Cross Guild. Procede magnificamente introducendo i dilemmi di Bonney, la figura di Vegapunk e il sospetto di tradimento tra i satelliti. Tuttavia, il percorso subisce una svolta significativa. Il capitolo 1076 (Vecchi amici) apre una finestra verso eventi esterni alla trama principale, conducendoci da Shanks a Elbaph e alla brutale sconfitta di Kid. Prosegue con la rivelazione del destino di Koby, l’apparizione di Kuzan come capitano di Teach e l’ingresso del Pugno: Garp che assalta Hachinosu. Abbiamo, inoltre, la magnifica presa di coscienza di Buggy che sfida Crocodile e Mihawk, esortandoli a prendere il One Piece, non prima che il Clown ricordi solennemente il disinganno del Rosso, un ricordo che suggerisce implicitamente la decisione di Roger di escluderlo dalla verità.

Qui si intrecciano sapientemente i ricordi di Sabo, narrati a Dragon e Ivankov: l’assassinio di Cobra, l’identità di Lily e l’appartenenza dei Nefertari alla D, la vera natura dei Gorosei e di Imu, nonché l’esistenza dei Cavalieri di Dio e di Figarland. Segue poi il duello ideologico tra Aokiji e Garp, che designa Koby come l’indiscusso futuro della Marina. Con la risoluzione dei conflitti tra maestro e allievo, Garp si ritrova disperso.

Nel capitolo 1089 (Sotto assedio), siamo tornati a Egghead, ma solo fino al 1095 (Un mondo in cui è meglio morire), dove vengono rivelati dettagli sul passato di Kuma, l’esistenza dei Buccaneer, gli orrendi giochi di God Valley e la figura di Ginney. Tuttavia, qui inizia la tragica epopea della famiglia di Bonney. Assistiamo alla creazione del monumento etico eretto da Kuma: la perdita della sua amata, l’amore indissolubile per la figlia, il credo inalterabile nel Culto del Sole e la scelta di Luffy come speranza contro il Governo. Vediamo il contributo assoluto alla causa della rivoluzione, gli inganni di Saturn e la linea grigia di Vegapunk. Tutto questo culmina con Bonney che, avendo assorbito tutti questi ricordi, scoppia in un pianto disperato.

La lente viene spostata progressivamente verso la Marina, dove assaporiamo il dilemma morale di Kizaru, ma soprattutto l’impotenza e la solitudine di Akainu nel ruolo di Grande Ammiraglio.

Dopo una serie di confronti tanto fisici quanto ideologici, si giunge al momento cruciale in cui Saturn uccide Stella, innescando la trasmissione del messaggio che, a sua volta, segnerà un riverbero di consapevolezza globale. Sebbene noi lettori avessimo già intuizioni o conoscenze su tali eventi, Oda ha orchestrato il tutto per evitare ogni possibile incongruenza narrativa. Era necessario mostrare che il popolo fosse cosciente tanto quanto noi, oppure niente avrebbe avuto senso logico. La trama si chiude con una lunga panoramica che non solo mette in luce gli attori principali sul proscenio del futuro — dalla nuova regina Nefertari D. Vivi ai prigionieri di Impel Down — ma, aspetto ancor più significativo, riunisce tutti gli elementi di spicco della prima panoramica esterna.

Erano disseminati fin dal principio, terminando in una rivelazione finale che intreccia ogni storia in un insieme coerente e significativo. Poi ricordiamolo, può piacere o non piacere, il gusto personale è insindacabile.

Personalmente, non avevo mai visto il sensei usare così smaccatamente la tecnica del racconto cornice, struttura narrativa in cui una storia principale funge da contenitore per altre vicende al suo interno. La narrazione centrale viene periodicamente interrotta per introdurre episodi secondari che, pur sembrando inizialmente autonomi o slegati, si rivelano gradualmente fondamentali per la comprensione completa della trama principale.

Funziona in maniera estremamente semplice:

  • La storia principale (la nuova saga) funge da cornice per le storie secondarie.
  • Le storie secondarie (episodi dei co-protagonisti e flashback) forniscono contesto e dettagli essenziali.
  • La trama principale viene ripresa e arricchita dalle storie contenute nella cornice, culminando in una rivelazione che collega tutti gli elementi.

E lo fa davvero, perché oltre questa splendida regia che assolve il compito di totale interpretazione della realtà (restando seppur attenta alle nuove dimensioni da essa rivelate), Oda assesta il chiodo perfetto che appende questa cornice. Il titolo del 1121 fa riferimento con intensità lapalissiana alle sibilline parole di Roger in apertura del n° 100. Ne parleremo con dovizia di particolari; mi conoscete ormai, vecchi cuori.

E’ tempo di addentrarsi nell’analisi di un capitolo sorprendentemente raffinato e pieno di sfumature. Ma con la consapevolezza che le scelte di regia sono state esemplari, la sceneggiatura studiata attentamente da mesi, tutto al fine di giungere ad una splash page illuminante come un Caravaggio d’epoca.

Dopo 27 anni, ci siamo.

Signore e signori: cap. 1121…

I vecchi Dei

‘I tuoi Dei e i miei, sappiamo quali sono i più forti?’

– Proverbio indigeno citato nei racconti di Rudyard Kipling

Saturn e Luffy condividono una peculiare attitudine: hanno la testa dura come il marmo di Carrara.

Assaltata la nave dei giganti, il Gorosei sfoggia una potenza inaudita attaccando praticamente tutti i giganti, che si guardano bene dal farsi infiorettare di veleno. Al che, Luffy si prepara a contrattaccare con lo stesso entusiasmo con cui J. Jonah Jameson redige un nuovo editoriale per denigrare Spider-Man. Poi osserva Bonney in down da trasformazione, e si limita a deviare il colpo.

Infatti, non carica Saturn a testa bassa come suo solito. Prima si assicura di infiammare lo spirito di Bonney, e a ragion veduta, direi. La scena è opportunamente intervallata dalla ripresa del messaggio di Vegapunk, che finalmente accende il cervello e ci fornisce dettagli da brividi.
Prima di tutto, chiarisco un punto: Stella non conosce i fatti del Regno Antico, non immagina la verità; esclusivamente chi è stato a Laugh Tale può esserne a conoscenza. E’ consapevole che fu scatenata una guerra e non ha idea di chi fosse dalla parte del bene. Tuttavia, ha scientificamente intuito che solo le Armi Ancestrali possono generare fenomeni così innaturali da cambiare i connotati del pianeta, mettendo in pericolo tutti, senza esclusioni.

Accompagnati da queste parole ci sono due primi piani di Shirahoshi e Vivi, tutto fuorché casuali, ho sentito molte persone affermare nuovamente che Vivi sia un’arma ancestrale, è una teoria con la quale personalmente non mi trovo d’accordo, per via di quel che ci dice il manga:

  • Uranus richiama caratteristiche affini all’arma che ha devastato Lulusia, utilizzando il Mother Flame come munizione standard. Vegapunk stesso ha ammesso di aver plasmato questa tecnologia ispirandosi al Regno Antico. Risulterebbe più plausibile che Uranus sia un surrogato del fuoco del Lunaria, conservato in vitro, proprio perché scollegato dal corpo che lo produce. Se questa deduzione è corretta, allora Uranus dovrebbe trovarsi nelle mani di Imu. Ed è l’unica arma originale, attenzione perché non è un dettaglio da niente.
  • Pluton viene raffigurata come la risposta umana a Uranus, qualcosa con la giusta potenza per fronteggiare una simile minaccia. Per questo motivo, fu commissionata a Water Seven e tramandata, guarda caso, di generazione in generazione per garantire l’equilibrio. L’immagine di Vivi non è quella di una mera arma umana, ma di un legame profondo con l’eredità dei Nefertari. Come vi dico da mesi, la conoscenza di tale famiglia come dinastia tra i venti regni fu tramandata con la tecnica dei Kozuki. Il primo piano non si presenta come ipotesi pro-Pluton, ma come la presentazione di Nefertari D. Vivi, Regina di Alabasta e nakama della ciurma di Nika. Questo potrebbe avvalorare il mio sogno proibito: l’idea che Joy Boy sia stato colui che ha unito le casate Kozuki e Nefertari. Tale connessione avrebbe un impatto enorme, offrendo una spiegazione alla lettera di scuse agli uomini-pesce, il che identificherebbe Joy come amico della Shirahoshi dell’epoca. Inoltre, la presenza della D nel nome Nefertari suggerirebbe che Lily fosse una nakama del primo pirata, creando un parallelo tra Luffy, Vivi e Shirahoshi, perfetto come il cerchio di Giotto. In questo scenario, l’andirivieni delle Ere acquisterebbe un nuovo significato.
  • Le dinamiche di Shirahoshi sono ormai ben definite, ad eccezione di un aspetto cruciale. Se Uranus rappresenta l’originale e Pluton la risposta tecnologica antica, resta da chiarire il ruolo di Shirahoshi. Da qualche settimana, sono preso dalla riflessione che la terza arma non ha nulla di tecnologico o artificiale. Trattasi di un fenomeno naturale ciclico, un’entità primordiale generata dal mare stesso. Questa manifestazione, forza primitiva o coscienza, disprezza i fruttati e ne nega l’esistenza.

Insomma, quale che sia l’origine di Uranus – sia essa un’arma costruita come tale, una tecnologia adattata a scopi bellici o la nave con cui giunse una razza aliena – e lo stesso vale per Pluton, due Armi ancestrali sono macchine frutto dell’ingegno umano. Poseidon invece, è qualcosa che si risveglia inconsciamente; ha una natura mistica, simile all’haki. Pertanto, queste non sono semplicemente tre deterrenti appartenenti a tre fazioni diverse, ma ingranaggi con origini e funzioni differenti, il che rende difficile individuare un fine comune che li unisca. Shirahoshi dovrebbe guidare i Re del Mare per spingere l’Arca Noah in superficie. Questo già la esclude dal concetto di arma tradizionale.

Procedendo, Vegapunk una volta tanto fa un discorso inequivocabile:

A) Il suo messaggio, sebbene temporaneamente pieno di incongruenze, prelude a una rivelazione: il risveglio del Secolo Buio. Sta praticamente preparando il terreno per il messaggio sul One Piece. In effetti qui agisce con acume, avvisando la popolazione dell’approssimarsi di una guerra o di una catastrofe, ma assicurando che dopo la notte una nuova Alba sorgerà.

B) Non parla di Poseidon, le esatte parole che usa sono ‘catastrofe artificiale‘, quindi si riferisce espressamente alla tecnologia, tenendo vivida nella coscienza di massa l’esistenza delle Armi, di conseguenza il fatto che possano essere usate nuovamente. Pone l’accento nella maniera più assoluta sulla natura umana ma si tiene lontano come la peste da una semplice dicotomia morale, chiarendo di non distinguere tra buoni e cattivi, ma riconoscendo una strategia precisa guidata da interessi concreti e vendette personali.

E qui viene il bello.

Non so onestamente se per la fretta oggettiva o se volesse evitare l’isteria collettiva, ma si riferisce alle tre razze che sono state attivamente perseguitate e sistematicamente sterminate nel corso dei secoli: Lunariani, Buccaneer e i Triclopi. Ognuna delle quali aveva un motivo per essere cancellata dalla storia:

  • I Buccaneer sono i sacerdoti del Culto del Sole, indissolubilmente legati a Nika. Oltre a una naturale capacità combattiva, tramandano da secoli la memoria del Dio. Tuttavia, i veri segreti sono due: hanno il DNA dei giganti, ma i giganti li conoscono? Hanno legami diretti? Queste domande troveranno risposta a Elbaph. Inoltre, il loro sangue, oggetto degli studi di Vegapunk, è la vera la causa del loro sterminio.
  • I Triclopi possiedono la capacità di attivare il terzo occhio, ossia ‘vedere oltre’, una manifestazione più fisica e concreta della ‘voce che ode tutte le cose’. Questo aspetto è spiegabilissimo. Allora? Che si fa? Scateniamo i Gorosei su Egghead, che danno priorità alla distruzione del Punk Records (una fonte che andrebbe semplicemente letta senza traduzione), mettendo persino in secondo piano Robin… ma lasciamo in vita un’intera tribù che potrebbe leggere direttamente i Poneglyph? Suvvia.
  • Sui Lunaria il riserbo è massimo, tanto che le sole informazioni su di loro valgono milioni di Berry. Ecco cosa li distingue dalle due razze precedenti: l’origine. Il mito dei semidei è diffuso in molte tradizioni: Quetzalcoatl tra gli Aztechi, Zeus e Poseidone nella Grecia antica, Iside e Osiride nell’antico Egitto, Loki e Angerboda nelle leggende norrene, Dagda e Boann nella cultura celtica, e la lista potrebbe continuare. I Buccaneer, pur avendo elementi biologici dei giganti, non lo sono. Pudding, come Kuma, è parte della tribù solo da parte di padre, quindi non è chiaro se possieda o possa risvegliare il suo potere (e considerato che è nelle mani di Teach, ci sarà da ridere). Pudding e Orso non sono entità originali, ma mezzosangue. Allo stesso modo, i Triclopi e i Buccaneer sono tribù con caratteristiche di un’altra razza o con un potere particolarmente raro, ma nulla di tutto ciò li qualifica come Dei. Il discorso cambia per i Lunaria. La distinzione non si limita alle caratteristiche fisiche; è profondamente radicata nella loro natura e origine. Se gli Shandia, i nativi di Angel Island e gli abitanti di Bilca presentano ali ridotte, funzionali solo come appendice, i Lunaria al contrario, sfoggiano ali imponenti che mostrano un livello superiore. Questa differenza non è meramente estetica, ma rappresenta un segno tangibile di una qualità e di una capacità che superano di gran lunga quelle delle altre tribù. L’abisso tra i Lunaria e gli altri popoli non è solo un divario fisico, ma un indicativo di una grandezza e di una forza che rimangono incomparabili. Per non parlare della loro invulnerabilità e capacità sovraumane che rasentano oggettivamente il divino.

Avrete sicuramente notato che – durante il discorso di Vegapunk – viene riportata la vignetta con Marco e Newgate, proviene dal capitolo 1033 (Due gocce d’acqua), quando La Fenice guarda ammirato King e ricorda le parole del padre:

Marco: ma sulla Red line non c’è Mary Geoise?

Newgate: Intendo molto tempo prima… Si dice che lassù ci fosse il Regno di Dio…’

Dopo innumerevoli briciole d’inchiostro, il quadro si delinea in modo chiaro: i Lunaria, padroni indiscussi di quel che in One Piece è l’Olimpo, la Red Line, regnavano incontrastati. In un momento non precisabile, forse durante o dopo la guerra tra Joy Boy e la fazione trionfante (Imu e i suoi boys), si scatenò un assalto contro i Lunaria. Questo avvenne idealmente dopo la sconfitta delle D, poiché sarebbe impensabile ingaggiare una battaglia contro una specie così potente durante una guerra di supremazia. La vittoria fu ottenuta: i nuovi conquistatori si insediarono sulla Red Line e si autoproclamarono divinità. Non ci credete? Come si chiama, ad esempio, quel pazzoide di Saturn?

Dio guerriero della difesa scientifica.

Al momento King è l’unico sopravvissuto ufficiale dello sterminio, conosce ogni turpitudine e nefandezza del Governo Mondiale, ha portato il giogo dello schiavo ed è stato cavia. Cosa disse al buon Kaido che lo liberava?

Kaido: Sei un Lunaria, il governo non ti lascerà mai andare… Ho visto gli esperimenti per testare la tua resistenza…

King: Pensi veramente… Di poter cambiare il mondo?

Lette ora, con il senno di poi, queste parole hanno un impatto devastante.

Dal capitolo 1035 passiamo al flashback di Kaido e poi al cap.1036. Nel primo ricordiamo il Re delle bestie dichiarare guerra e il Lunaria seguirlo dicendo che aspetterà Joy Boy, nel secondo, vediamo un Kaido ubriaco (strano eh?) dirgli ridendo ‘quindi credi che io sia Joy Boy?’, al che King risponde:

‘Le leggende sono solo leggende, non cerco più nulla ormai, voi siete il più forte e vi seguirò’

Che meraviglia.
Seppur non conosciamo l’età media dei Lunaria, il flashback di Arbel rivela chiaramente che all’epoca era notevolmente più giovane. Questo dettaglio suggerisce qualcosa di estremamente significativo. I Lunaria tramandavano la leggenda di Joy Boy, proprio come i Buccaneer e probabilmente le D. Dopo essere stato salvato da Kaido, King ha dimostrato una lealtà assoluta, nutrendo la speranza che il suo capitano potesse essere l’incarnazione del leggendario primo pirata. La sua devozione continuò finché, conquistato dall’impeto di Kaido, King vide in lui quella figura mitica.

Tuttavia, ciò implica una certa ignoranza riguardo a Nika, dato che per essere il vettore di un Dio è necessario possedere il frutto specifico. King avrebbe dovuto scartare a priori questa possibilità, sapendo che Kaido era già in possesso di un frutto del diavolo.

La spiegazione di questa discrepanza è tanto sorprendente quanto semplice. Nel capitolo 1037, precisamente nella vignetta finale e cruciale, i Gorosei pronunciano le celebri parole: ‘Era da secoli che non si risvegliava! E, come ultima frase, uno di loro aggiunge: ‘Gli fu cambiato nome… per cancellarlo dalla storia, no?!’

One, two, three, four… come on for the rock and roll!

Chiudiamo questo paragrafo con una nota triste ma illuminante, che completa il quadro. Facciamo un passo indietro, cap. 1036, Sanji parla con Queen. La Piaga avvisa il cuoco che Zoro ha davanti l’unico essere imbattibile, King è un Lunaria e quindi lo spadaccino non ha possibilità, Queen asserisce che i Lunaria possono sopravvivere ad ogni condizione ambientale. Oggettivamente forse è questa la causa della persecuzione, anche con i disastri causati dalle armi ancestrali, una razza potentissima che può comunque sopravvivere e crede in Nika, non sarebbe il primo nemico sulla lista? L’ex MADS aggiunge poi sornione ‘moltissimo tempo fa… erano considerati degli Dei’. E qui, signore e signori, abbiamo il cerchio che si chiude alla perfezione. Sanji chiede ‘e allora, come si sono estinti?’ Ricordate la risposta?

‘Beh… chiedilo alla storia!’

Nel capitolo 1021, ogni pagina è un invito a guardare oltre l’apparenza, a percepire il mondo di One Piece per quello che è veramente. I cent’anni di buio sembrano essere stati, prima, il teatro di una grande epurazione e poi il cacciatore infaticabile di ogni minoranza dissidente. Con l’occhio della mente è facile immaginare i Gorosei che, con una mano si fregiano del titolo delle divinità appena scacciate dall’Olimpo, mentre con l’altra, consegnano tutto all’oblio.

Riddikulus

‘Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni

– William Shakespeare, La tempesta

A Saturn Saturn… ti aggrappi al tuo posto fisso come se fossi Checco Zalone, piccolo ammasso di inutile immondizia.

Mille scuse, mi urgeva da dentro.

Facciamo un passo indietro per poter andare avanti. Appena vede la mangiona, il Gorosei esprime un mix perfetto di stupore e rabbia, al punto che nel balloon in cui esclama ‘Bonney?!’, è disegnata la classica icona dei nervi che pulsano, simbolo di un personaggio che sta letteralmente perdendo le staffe. Lo so, lo so amici miei: abbiamo tutti fatto la ola. Esiste in ognuno di noi una vocina chiamata coscienza, e scommetto che per settimane la vostra rimbombava nella mente dicendo: ‘Rettile smidollato… vile pezzo di me… come fai a prendertela con una bambina?‘. Datemi pure del sentimentale se volete, ma sono questi i punti che esaltano il significato stesso di shonen.

La missione della divinità si sta rivelando una vera Caporetto, e non sarà punito in zaloniana maniera venendo spedito in Val di Susa, non con Imu che tiene le redini, un momento, effettivamente l’Astro è caduto in acqua. Mmmh, interessante. Analizziamo tutto minuziosamente.

In primo luogo, non esiste una vignetta in cui il suo corpo entra o tocca l’acqua, giusto per mantenere la logica. Ma supponiamo pure che ci sia caduto. Per quanto sia stata Bonney a spingerlo e ciò rappresenti giustizia poetica (e potrei anche accettarlo, eh), mi mancherebbe qualcosa: vedere eliminare un Gorosei senza sapere chi sia realmente, come sia coinvolto con il passato e, soprattutto, se sia nato o sia diventato una creatura cinica, mi toglie il pathos fondamentale che accompagna l’eliminazione di un villain. Capirei se si trattasse di tanti, tantissimi altri personaggi. Ma non di uno dei massimi esponenti del manga da sempre. Potrebbe essere stato un essere umano con dei sogni? È nella sua natura inumana essere malvagio? Oppure, dal suo punto di vista distorto, è veramente convinto di fare la cosa giusta? Insomma, se non si spiega il villain, godi solo a metà.

Tecnicamente il suo contatto con l’acqua comporta una serie infinita di possibilità:

  • Non è un fruttato, ma un originale (al che potremmo vedere il Mala ballare la macarena live)
  • Il contatto con il Labo Phase avrebbe dovuto uccidere Mars, ma lui continuava a passare come se fosse una porta girevole. Ju Peter è stato tagliato a metà in modo netto. Saturn stesso le ha prese, come nella scena di Fantozzi: ‘Ehh, mi han picchiato in quindicimila…’. Perché l’acqua dovrebbe avere la magica proprietà di ucciderlo? E non perché non potrebbe annegare, ma semplicemente quello caduto in acqua… è il vero corpo di Saturn? Ricordate Sanji trasecolare quando si fa ricrescere il braccio? Sembra un miraggio che si ricompone. Come distruggi un miraggio, o meglio, come ferisci un’illusione ottica?
  • La nostra mente entra in conflitto per due poli narrativamente opposti: A) anche se sembrano miraggi quei corpi sono tangibili; B) quella non è la rigenerazione Zoan. O si tratta di roba antica, ergo non ne comprendiamo la portata. Oppure come va sempre in One Piece: è un frutto. E se lo è, allora ha delle regole e dei limiti. Quindi se Saturn è veramente sprofondato in acqua avremo dei dati preziosissimi

Questa sera ci sarà la Fatal, vi aspetta la performance live del testo tradotto e adattato dal giapponese, analisi, approfondimenti e speculazioni. Fateci sapere la vostra, vi aspettiamo alle 21.00!

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Ad ogni modo, i fatti succulenti si svolgono su due fronti. In primo luogo, il Gorosei non si limita a subire una mazzuolata: stavolta, viene letteralmente ridotto in pezzi. Ha ricevuto colpi da Nika e, per di più, Kuma stesso gli ha rifilato un pugno che persino Gozer il Gozeriano (il Distruggitore, per gli amici) applaudirebbe. Dopo essere stato colpito, gli sono crollati addosso così tanti palazzi che si è rialzato mutilato e privo di un braccio. Eppure, con una rapidità sconcertante si è sempre rimesso in piedi.

Esistono spiegazioni semplici e lineari in merito:

  • Se il sensei la gioca facile, il colpo congiunto di due Nika veramente imbufaliti ha questo tipo di effetto. Semplice, lineare, e onestamente un pò banale.
  • La seconda è la mia visione in merito che promulgo da tempo. Cosa hanno in comune Freddy Krueger, IT di King e i Mollicci di Harry Potter? Infondere paura. Questo tropo esplora l’idea che la paura stessa alimenti il potere del villain, e che superarla possa essere la chiave per sconfiggerlo. La paura è un’emozione primaria, capace di paralizzare la volontà e offuscare la ragione, rendendo l’individuo vulnerabile. I villain che traggono forza dalla paura incarnano metaforicamente l’idea che il male prospera quando l’umanità è dominata dai propri timori e insicurezze. Quando i protagonisti smettono di temere, riconoscono la loro capacità di influenzare la realtà, è un passo cruciale verso l’emancipazione e la costruzione di un’esistenza autentica. La filosofia esistenzialista, con pensatori come Sartre e Kierkegaard, ha esplorato ampiamente il tema dell’angoscia e della libertà. Per Sartre, la consapevolezza della propria libertà e responsabilità è spesso accompagnata da un senso di angoscia. Tuttavia, è attraverso l’accettazione e il superamento di questa angoscia che l’individuo può raggiungere l’autenticità. Sono esattamente le emozioni di Bonney.

In sintesi. Arrabbiarsi con Freddy Krueger, affrontare It con uno spray per l’asma o urlare Riddikulus! Sono sono risposte emotive verso la liberazione dalle catene dell’irrazionale. Il villain perde il suo potere non perché diventa meno formidabile, ma perché la nostra percezione di lui cambia.

Conosciamo bene Oda-boy, vè? Forse, dietro al super pugnazzo mega-iper, c’era solo l’intenzione di creare un effetto visivo spettacolare, senza necessariamente approfondire la natura dei Gorosei. Tuttavia, in assenza di dettagli definitivi, ci concediamo qualche interpretazione. E sapete perché? Perché il cerchio si è rotto. La piratessa entra in forma Nika davanti a Mars, e Saturn, che non aveva ancora visto questo aspetto reagisce con un incredulo ‘Bonney?!‘ Non appena la vede, capisce che la sua peggiore fantasia si sta realizzando: la ragazza è consapevole, crede in Nika, e la divinità odiata dai Cinque Astri, inizia a manifestarsi nuovamente dopo 900 anni.

La presa di coscienza si trasforma in un autentico affresco emotivo. Jewelry Bonney esplora le rovine che hanno caratterizzato la vita dei suoi genitori; in lei, come in noi, riaffiorano indignazione e furia con pari intensità, creando un momento di tale forza che sembrava il culmine stesso del capitolo. Bonney inizia a evocare il ricordo di suo padre e, nello stesso tempo, quello di Ginney, rappresentata da Oda con un volto abilmente oscurato, simbolo della difficoltà dei bambini nel conservare memorie chiare. Dopo una frase di imponente gravità, il senso di scoperta e rivelazione raggiunge un vertice drammatico, conferendo al momento una profondità straordinaria.

BonneyCome hai osato…?! Mio padre…!!! Come hai osato?! Mia madre!!

La frase ‘Esistono gli Dei, ma di certo non siete voi!’ mi riporta inevitabilmente ai Gorosei che sconfiggono i Lunaria e si fregiano dei loro titoli; al contempo, mi ricorda il pantheon di divinità che si confronta da secoli. Imu è un originale o un vettore, come Luffy?

In questo contesto, la percezione della piratessa nei confronti di Saturn subisce una trasformazione profonda. Scoppiando in lacrime, come una bambina disarmata, Bonney grida che gli eroi esistono e che avrebbe desiderato vivere felice con la madre e il padre. In questo momento di intensa fragilità, rompe le catene che il Gorosei le aveva imposto nel capitolo 1103 (Scusa, papà). Ricordate? L’Astro la teneva in pugno, e attraverso una serie di nefandezze, fiaccò la sua volontà fino al punto in cui il suo potere non aveva alcun effetto su di lui. Tanto che Bonney pensò…

‘Ehi papà, il mio cuore sta per spezzarsi… forse è meglio che muoia’

Poi succede qualcosa di straordinario, Bonney arriva all’autocoscienza dicendo queste parole…

La verità è che avrei voluto una vita con loro, tutti e tre insieme!! La solitudine mi ha portato anche a pensare di voler morire… ma io voglio vivere!!!

In quell’istante, evoca un ricordo ipotetico, plasmato grazie all’assorbimento di quelli del padre. Ricompone un’immagine che include anche il volto di Ginney. Saturn può urlare ‘Insetti!’ quanto vuole; le catene sono ormai in frantumi, e la piratessa, con la gentilezza di un autotreno: porge gli omaggi della sua famiglia.
Ero praticamente in estasi.

La riflessione sociale esiste in One Piece, ma non è mai predicatoria.
Oda non ha bisogno di lezioni morali; la sincerità della sua storia parla da sola.
Non dipinge eroi perfetti, ma individui comuni che, con tutte le loro imperfezioni, sono il simbolo della resistenza che solo successivamente porta al cammino dell’eroe.

L’andirivieni delle Ere

Allorareverendochi è di mazzo?

– Professor Alzheimer

Strano a dirsi Vegapunk ne imbrocca una, nevicherà in Agosto.

Basta una frase nel giusto contesto…

‘La caduta delle leggende non è altro che l’inizio della Nuova Era!!’

… e tutto rientra perfettamente in prospettiva.

Attenzione: dichiarando pubblicamente che Roger potrebbe aver architettato tutto per raggiungere la verità, lo scienziato non solo lo scagiona pubblicamente, ma infligge anche un uppercut geriatrico di quelli tosti. Asserisce che le personalità più eminenti e problematiche di questa era sono i candidati in lizza per il cambiamento del futuro. Ergo, implicitamente, sta conferendo un’importanza definitiva anche ai portatori della D. È un colpo da maestro: forse il Vega Caffè era effettivamente corretto, e ha raggiunto la sua efficacia quando l’alcol è entrato in circolo. Per una volta, lo scienziato mette da parte la sua cattedratica superbia per dirigersi dritto al cuore della verità.

La prima cosa che mi è venuta in mente? Chi ha detto che solo Joy Boy fu tradito? E se Imu – per motivi al di fuori della nostra conoscenza, ergo della nostra razionalità – fosse stata una D?
Potrei dare di matto per una cosa simile.

Detto ciò, l’andirivieni delle ere è un concetto evocato dalle parole di Roger pronunciate fuori campo nel capitolo 100, quando Dragon si dirige a dare manforte a Luffy. Il Re ipotizza che tali parole possano essere state pronunciate da Gol, ma lette tramite un testo di Joy Boy; è una visione d’insieme che condivido totalmente. Infatti, il Re dei Pirati rise leggendo proprio di Joy. E Stella afferma che colui che arriverà al One Piece potrebbe non essere la persona sperata dal primo pirata. Questo enigma sembra confermare la mia ipotesi esposta nel precedente articolo: Joy Boy potrebbe essere stato il soprannome stesso di Nika, e quindi non ci sono stati due risvegli, ma solo quello di Luffy. In altre parole, la divinità ha impiegato 900 anni per trovare un campione degno. Su cosa mi baso?

Il frutto non ha scelto Roger.

L’ultima, meravigliosa, splash page è la chiave:

  • Akainu è l’emblema di chi ha trattenuto l’ordine con il pugno di ferro ma stretto nelle morse della burocrazia, sue le scelte di fine millennio per il futuro della Marina. Perché questa istituzione: non è e non sarà mai il governo.
  • Koby rappresenta ciò che Sakazuki non potrà mai essere: un simbolo di giustizia senza paraocchi, incapace di accettare il lato oscuro dei Nobili Celesti. Non che Akainu sia intrinsecamente malvagio, ma il punto cruciale è che Koby incarna il fermo no che la luce impone al buio sin dal primo istante. Il loro scontro ideologico a Marineford riecheggia perpetuamente nelle nostre menti.
  • Aokiji rappresenta il meglio e il peggio di Garp: risoluto nel porre fine a un sistema marcio in un modo che la Leggenda della Marina non ha mai osato. Tuttavia, lo fa seguendo un percorso che allunga ombre inquietanti dietro di sé. Da quel che sembra, Kuzan desidera farsi carico di tutto sulle sue spalle con metodi poco ortodossi.
    A Christopher Nolan piacerebbe da matti.
  • Sabo e Dragon condividono un’egemonia alla guida della Rivoluzione, una diarchia ben definita. Tuttavia, oltre alle informazioni in possesso di Sabo, esiste una differenza incalcolabile tra i due. Il ricordo di Bonney con Ginney e Kuma è emblematico. Dragon ha avviato tutto, ma rinunciando a molte cose, inclusa una parte della sua umanità. Se Sabo fosse stato a conoscenza di Ginney in prigionia, avrebbe probabilmente elaborato una manovra di intelligence e un assalto annichilente senza precedenti pur di liberarla, anche a costo della propria vita. Esattamente come ha fatto per Kuma.
  • Su Imu non è possibile pronunciarsi, mancando informazioni sufficienti. Tuttavia, su Figarland e sulla figura in ombra, qualche deduzione si può fare. Figarland è stato protagonista delle stragi a God Valley e ha espresso opinioni sugli uomini-pesce che definire razziste è un eufemismo. Probabilmente è il padre di Shanks, ma non sappiamo quale ruolo abbia avuto nel suo abbandono. Una cosa è certa: dato il suo ruolo e la fama del figlio, non può non sapere che Shanks sia vivo. Per quanto riguarda la figura in ombra, abbiamo sentito diverse teorie. È nel riquadro speculare a Figarland e la foggia della sua spada richiama chiaramente la Gryphon di Shanks, ma anche quella di Roger. L’idea del gemello cattivo è talmente assurda da diventare interessante, se ben contestualizzata. L’ipotesi che si tratti di Scopper Gaban, che prende il cimelio del suo capitano e architetta una vendetta nel corso degli anni, è altrettanto affascinante. Sottilmente intrigante proprio perché coinciderebbe con la sezione di Figarland. L’uomo con la cicatrice di fuoco? Finora, tutte le strade portavano a Saul. Se questa ipotesi fosse corretta, sarei curioso di vedere come verrà gestita la sua storia.
  • Shanks e Buggy sono fratelli. Alla fine Buggy, si spera, diventerà il Re dei Pirati, mentre Luffy realizzerà il suo sogno. Il filo che lega i primi due risale ai tempi in cui erano mozzi per Gol. Questo solleva una domanda intrigante: perché Roger ha chiaramente negato la verità ed escluso Buggy dai suoi piani? Forse per le sue origini? O perché sapeva che una volontà ereditata avrebbe potuto ostacolare il suo lascito? Lo scontro ideologico tra Shanks e il Clown sarà sicuramente un momento emotivo per tutti noi, Itachi e Sasuke docet.
  • Teach e Luffy sono da sempre e per sempre le due facce della medaglia. Gli unici ad incarnare così perfettamente una volontà da essere nel mirino di Imu. Anche qui avremo probabilmente dei ribaltamenti ideologici. Il che però, mi fa pensare al fatto che Roger e Luffy… non sono poi così speculari…

Me lo fa pensare il fatto che non abbia investito Saturn di pugni, ma abbia esortato Bonney a reagire.

Inizio a essere sempre più convinto che questo comportamento — far affrontare a Shirahoshi le proprie paure, aiutare Rebecca a scegliere di vivere con il padre, difendere gli ideali della bandiera di Chopper e così via — sia strettamente legato al suo sogno. È un’urgenza interiore, un richiamo al quale non può non rispondere. La grammatica del disegno lo evidenzia in capitolo: con un primo piano iniziale sul pirata, che suggerisce il suo fastidio nel vedere inerme Bonney; poi devia l’attacco, e infine nota che quell’istante è sufficiente per farle riprendere lo slancio e attaccare. A quel punto si entusiasma, proprio come la scimmia che è.

Il sogno di Luffy era codificato fin da bambino: Ace lo considerava infantile, Sabo lo chiamava sognatore. Tuttavia, questo sogno subisce un assestamento dopo l’apparente dipartita di Sabo, emergendo chiaramente nella litania: ‘Il più libero, io sarò il più libero di tutti.‘ Questa è la differenza tra i sogni di Roger e Luffy. E volete sapere una cosa?

Credo sia il motivo per cui il frutto scelse lui e non il Re dei pirati.

Roger voleva, come sottolinea Vegapunk nel capitolo, semplicemente circumnavigare il pianeta e diventare il più grande. Durante il suo viaggio, si imbatte nelle grandi verità, fino a quella decisiva di Laughtale. Non possedendo il potere di Nika, né le armi ancestrali, privo di una conoscenza paragonabile a quella di Clover e Robin, passa il testimone alle generazioni successive, sperando che fosse Ace a raccoglierlo. Per Luffy, la motivazione iniziale è probabilmente la stessa, ma la sua consapevolezza che ci sia qualcosa di storto da raddrizzare, delle catene da rompere, conferisce al suo sogno una dimensione più profonda e rivoluzionaria.

Nessuno fu più grande e generoso del Re dei pirati, ma vedremo Luffy a Laughtale prendere scelte differenti. In fondo, non è un tema lungo 27 anni, quello discommettere su un’era?

Vi lascio il video del Re: 30 minuti di analisi dura e pura, conditi da svolazzi comici e teorie costruite in 12 anni di approfondimenti su One Piece. Irrinunciabile per ogni appassionato.

Sincoscienza

Spero di avervi intrattenuti, spinti a pensare e riflettere.

Crasi iniziale a parte…
Sarcastica.
Cruda.
Reale.
Egghead dà vita a lato più autentico e abrasivo mai visto in One Piece.
Mi piace, diamine, amo il rispetto con cui vengono trattati i personaggi.
Non sono eroi, sono sopravvissuti, lottano in un mondo che non li vuole. Il loro legame viene usato per scavare a fondo nelle questioni di razzismo e pregiudizio, mostrando senza filtri quanto possa essere dura la vita per chi è diverso.

E’ un sovraccarico sensoriale che spacca le sinapsi. Oda ci mostra che anche nei luoghi più oscuri, c’è sempre una scintilla di umanità che vale la pena di esplorare.

Godiamoci il viaggio, genti

‘Sono sulla linea di partenza…’

– Wacky Races, Intro

Cenere

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